Una moto cinese dalle dimensioni generose, con motore tre cilindri e dotazioni di livello. Ma riuscirà davvero a superare le rivali più affermate?
Nel mondo delle moto, quando si parla di maxi-enduro, la partita è sempre stata tra i grandi nomi europei e giapponesi. BMW, Honda, Triumph, KTM: marchi storici che hanno definito il segmento con modelli iconici. Ora, però, qualcosa sta cambiando. Dalla Cina arriva una proposta che punta dritta al cuore del mercato Adventure medio-alto. È la Zontes 703F, una moto che non passa inosservata e che promette di dare filo da torcere alle concorrenti più blasonate.
A colpire subito è il prezzo: 8.690 euro franco concessionario. Una cifra che fa riflettere, considerando le caratteristiche tecniche e le dotazioni offerte dalla nuova arrivata. Ma il prezzo non è l’unica carta vincente della 703F. Dietro c’è molto di più, a partire dal motore.
Un tre cilindri che sorprende
L’ha provata per tutti, in un’anteprima esclusiva, dueruote.it, ricavando impressioni di guida molto favorevoli. La prima cosa che colpisce della Zontes 703F è proprio il suo propulsore. Un tre cilindri da 700 cc con una potenza dichiarata di 102 cavalli a 10 mila giri e una coppia massima di 75 Nm a quota 7.500 giri.

Numeri interessanti, soprattutto perché accompagnati da un’erogazione fluida e regolare fin dai bassi regimi. Non è un motore esplosivo, ma ha carattere e spinge bene senza strappi improvvisi.
La scelta del tre cilindri non è casuale: dopo anni passati a produrre monocilindrici più piccoli, Zontes ha deciso di fare il salto diretto al “triple”, saltando completamente i bicilindrici intermedi. Le prestazioni sono di tutto rispetto: 102 cavalli a 10mila giri e una coppia massima di 75 Nm già disponibile a quota 7.500 giri. Volendo, c’è anche la versione depotenziata per patente A2, limitata a poco meno di 48 cavalli.
Esteticamente la Zontes 703F si fa notare subito. Ha linee decise e nette, con un frontale aggressivo dominato dal doppio faro anteriore che ricorda vagamente certe Harley recenti. Le plastiche sono abbondanti, ma ben assemblate e rifinite con cura evidente anche nei dettagli come cablaggi e verniciatura.
Le dimensioni sono generose: interasse lungo (1.565 mm), serbatoio capiente da ben 22 litri e sella alta (845 mm). È una moto adatta anche ai più alti grazie alla posizione comoda in sella, manubrio largo e postura rilassata simile alle migliori maxi-enduro europee.
Sul fronte ciclistico troviamo sospensioni Marzocchi con escursione di 180 mm sia davanti sia dietro. La forcella da 43 mm lavora bene sulle asperità stradali insieme al mono posteriore dotato di leveraggio progressivo. Il forcellone ricorda quello KTM per forma e struttura robusta.
I freni J.Juan sono discreti per modulabilità ma non potentissimi: faticano un po’ nelle frenate decise a causa del peso importante della moto (241 kg in ordine di marcia). Un peso che si sente soprattutto nei cambi rapidi di direzione, dove la ruota anteriore da 21 pollici rende più lenta la risposta.
La dotazione tecnologica è completa anche se non sofisticatissima: c’è il display TFT con navigazione integrata via smartphone, manopole riscaldate e parabrezza regolabile elettricamente molto efficace nella protezione dall’aria.
Interessante anche l’idea delle due videocamere anteriori che registrano il percorso o salvano immagini in caso d’incidente. Per ora non offrono funzioni avanzate come radar anticollisione o controllo angoli ciechi, ma potrebbero farlo in futuro. Riuscirà la nuova cinese a insidiare il trono delle regine del mercato? Lo scopriremo solo guidando…