Yamaha YZF-R1 2009: eccola, finalmente!

[galleria id=”136″]Big Bang. Di nome, e di fatto. E’ l’inizio di un nuovo universo per le supersportive: il merito è della nuova Yamaha YZF-R1, svelata nel corso di una concomitante presentazione sull’asse Europa-America.

Nel vecchio continente ad Amsterdam, sede di Yamaha Motor Company Europe, negli States a Las Vegas, per volontà della filiale americana. Parlavamo di Big Bang, non a caso. Se tutti in questi mesi hanno cercato di immaginare la YZF-R1 attraverso bozzetti che, col senno di poi, lasciano il tempo che trovano, a Iwata hanno realizzato un capolavoro di tecnica
 

Tutto doveva portare ad un design rivoluzionario, forme in miniatura avvicinando la “sorellina” R6. Così non è stato. La nuova R1 ricalca a grandi linee la progenitrice, cambiando radicalmente (e che cambiamenti!) nel cuore. Nel motore c’è il grande, rivoluzionario, passo in avanti. Big Bang, ovvero “scoppi irregolari“, studiati secondo l’esperienza nella MotoGP, dove la YZR-M1 di Valentino Rossi e compagnia è dotata di questo innovativo schema motoristico. 
 

E’ questa la grande novità della R1 my 2009, sulla quale in Yamaha puntano forte. Basta leggere le frasi ad effetto come “Mai una motocicletta di serie è stata così vicina alla MotoGP“. Così è, poco da dire. Il 4 cilindri in linea da 998cc “Big Bang” rappresenta un nuovo metro di paragone tra le Superbike. Non si è cercata la potenza assoluta (2 cv in più rispetto a precedente modello svelato due anni or sono), bensì vantaggi in merito a erogazione e gestione del propulsore. 
 

Questo che chiedeva Valentino Rossi ai tecnici Yamaha al suo arrivo (ricordate la M1 “scorbutica” ed “ingestibile”?), questo è quanto Iwata ha portato sul mercato a pochi anni di distanza. Impensabile finora, eppure questo è diventato realtà… 
 

Il Big Bang, dagli scoppi alternati secondo la frequenza-sequenza 270 – 180 – 90 – 180, non è però l’unica novità tecnica di spessore della nuova R1. Tre differenti mappature elettroniche (sistema denominato “D-Mode”) per ogni evenienza: standard, A (più spinta ed aggressiva, pronto-pista) e B (per un utilizzo più tranquillo). A questo si aggiunge l’acceleratore elettronico ride by wire (manco a dirlo made in MotoGP…), nuovo telaio Deltabox, inedito forcellone (più leggero) al fine di migliorare la guidabilità. 
 

Gioiello, capolavoro di tecnica. Sì, ma l’estetica? Passiamo ad un argomento dalle valutazioni soggettive: può piacere come può lasciare delusi. Le forme compatte della R6 sono rimasti nel cassetto dei vari “insiders”: la nuova R1 mantiene il legame con il precedente modello, rinnovandosi qua e là. Le modifiche più visibili sono nel posteriore, con un enorme scarico ed un codone che diventa… codino, scontrandosi con gli impatti imponenti dell’avantreno. 
 

Sulla carta la nuova Yamaha YZF-R1 rappresenta il nuovo metro di paragone tra le Superbike, o come piace dire agli uomini dei Tre Diapason un “new order” della propria categoria. Per provarla bisognerà attendere qualche mese: a gennaio in Australia (a Sydney, tracciato di Eastern Creek) la presentazione alla stampa, il lancio nella primavera 2009.

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