La Yamaha è uno dei costruttori più importanti in senso lato per quanto permane il motociclismo. Quanto fatto di recente lo certifica.
Honda e Yamaha. Yamaha e Honda. Ognuno può preferire giustamente il marchio che desidera, ma è indubbio che questa rivalità ha segnato decadi su decadi di motociclismo. Sia sul mercato che nel mondo del motorsport.
Specialmente in MotoGP, dove nel 21° secolo le due scuderie giapponesi hanno lottato duramente per i titoli mondiali più e più volte. Anche se sia a livello strutturale che tecnico, con alta probabilità Honda è superiore al costruttore ‘nemico’, pure Yamaha sa il fatto suo. Il brand con sede a Iwata ce lo dimostra per l’ennesima volta.
Non scaldando la sfida con i cugini nipponici. Ma di certo infuocando il ramo più tencologico possibile legato alle moto. Vediamo di cosa è stata capace Yamaha e perché la sua invenzione potrebbe cambiare per sempre il concetto stesso di motocicletta.
Non un costruttore come gli altri
E’ inutile anche solamente girarci intorno. La Yamaha non era, non è e non sarà mai un costruttore uguale agli altri. Impossibile fare finta che non sia così; la casa che ha dato vita ad alcuni dei modelli più belli e iconici di sempre, quella che più di ogni altra al mondo ha sfidato il colosso della Honda.
E anche la società in grado di far cambiare rotta per sempre al settore degli scooter, che i nipponici hanno impreziosito con la realizzazione del famosissimo T-MAX. Insomma, possiamo dire senza aver paura di ferire i sentimenti altrui che il costruttore dei tre Diapason ha reso ancora più grande il settore motociclistico a livello glibale.
E la migliore notizia che possiamo ricevere, fra amanti delle due ruote e addetti ai lavori, è che anche in futuro sarà così. L’ultimo stratagemma adottato dal marchio giapponese lascia davvero a bocca aperta.
Yamaha, così rivoluziona il motociclismo: l’invenzione è incredibile
Lo abbiamo detto e ridetto, quanto fatto da Yamaha ha pochi eguali nella storia del motociclismo. Ma evidentemente il costruttore orientale non è sazio di successi, e anzi, lavora giorno e notte per fare ancora meglio nell’ambito delle due ruote. Ecco quindi il progetto “anti-caduta”.
Era stato anticipato qualche anno fa da Takuya Kinoshita, direttore generale della Motorcycle Business Operations di Yamaha Motor Co. Un qualcosa strettamente legato alla volontà di Yamaha di ridurre i rischi e le conseguenze degli incidenti motociclistici. Un qualcosa che parte da lontano; addirittura, forse, dal Motobot del 2015 o al MOTOROID 13 del 2017.
Il progetto ha seguito uno sviluppo serio, costante e soprattutto attivo anche attraverso altri concept e protoripi. Il che potrebbe portare in futuro alla guida autonoma (obiettivo anche di BMW e Honda, fra gli altri). Arrivando all’idea Yamaha, si chiama AMSAS ed è un sistema che impedisce alla moto di cadere a velocità inferiore a cinque chilometri orari.
E’ caratterizzato da più motori elettrici: uno posizionato sulla ruota anteriore e gli altri vicino alla zona dello sterzo. Tale applicazione viene supportata da una IMU a sei assi. Come dimostra un video postato su YouTube, è un dispositivo veramente molto utile, che in futuro potrebbe essere installato anche su molte altre motociclette. Anche perché non richiede particolari interventi alla moto e al telaio della stessa, quindi è relativamente facile da montare.