Yamaha Motor Italia ha ufficialmente comunicato di aver raggiunto un accordo con le
associazioni sindacali e con il
Ministero del Lavoro per garantire il secondo anno di
CIGS ai lavoratori coinvolti nel piano di contenimento dei costi annunciato a fine 2009 dalla casa di
Iwata.
Tale piano, resosi necessario per
la costante diminuzione delle vendite sul mercato europeo, aveva comportato la chiusura della linea di assemblaggio dedicata a due modelli di
moto e di conseguenza la mobilità per i lavoratori che in essa erano impegnati.
La vicenda si chiude quindi in maniera per lo meno non negativa, visto che il
costruttore giapponese mantiene in Italia le proprie attività di
marketing,
vendita e
assistenza, il
centro di ricerca e sviluppo ( il più grande al di fuori del Giappone) come del resto il quartier generale delle
attività racing sia della MotoGP che della
Superbike, per un totale di 230 dipendenti cui si devono aggiungere le oltre 2000 persone attive nella
rete di vendita esclusiva del colosso giapponese.
Numeri davvero molto significativi, che di certo lasciano il tempo che trovano per i lavoratori che continueranno ad essere in cassa integrazione, ma che fanno almeno ben sperare per il futuro di Yamaha in
Italia: l’auspicio è che una buona e veloce ripresa del
mercato possa favorire il ritorno ai livelli occupazionali pre crisi anche nello stabilimento italiano di
Gerno di Lesmo, anche se obiettivamente la cosa appare veramente molto difficile visto il basso costo della
manodopera nei paesi in via di sviluppo e inoltre il mercato sembra conoscere solo continui
cali, almeno per il momento.