Vespa Piaggio, un modello che non tutti conoscono: non ve lo immaginereste mai

Una Vespa Piaggio davvero unica quella lanciata sul mercato negli anni Cinquanta. È stata la prima e ultima volta

Oggi conosciamo la Vespa per il suo inconfondibile design con le carene bombate e per le sue caratteristiche che lo rendono a tutti gli effetti uno scooter pratico e maneggevole, ma in passato non è sempre stato così.

Una Vespa Piaggio unica
Vespa, quella volta in cui la Piaggio fece un'”eccezione” (Ansa) – Nextmoto.it

Infatti, negli anni si sono susseguiti modelli che hanno un po’ cambiato il suo scopo d’utilizzo pur mantenendo gli stessi stilemi estetici di base che non si sono mai discostati troppo dal progetto originale.

E così abbiamo visto la Vespa 150 TAP, una versione militare dotata di cannone. O anche la Vespa Sidecar, per non parlare poi delle versioni da corsa che tra gli anni Cinquanta e Sessanta facevano incetta di vittorie nelle competizioni di categoria.

Negli stessi anni, però, vide la luce anche un progetto molto particolare, la ACMA Vespa 400. Si trattava della prima auto della storia della Piaggio che nel 1957, su spinta del mercato che iniziava a prediligere le quattro alle due ruote e sull’onda di un successo sempre crescente grazie ai suoi scooter, si lanciò in questo nuovo settore.

ACMA Vespa 400, le caratteristiche della prima auto della Piaggio

Le caratteristiche erano quelle tipiche delle auto dell’epoca. Dimensioni piccole, abitacolo essenziale e motore potente quanto bastava per spingerlo a 90 km/h, un bicilindrico a due tempi da 394 cc di cilindrata alimentato a miscela e raffreddato ad aria e con trazione posteriore.

ACMA Vespa 400, la prima auto della Piaggio
ACMA Vespa 400, tutti i dettagli della prima auto della Piaggio (Youtube) – Nextmoto.it

Freni idraulici e sospensioni indipendenti su tutte e quattro le ruote completavano il pacchetto tecnico della vettura. Il design, invece, prevedeva un passo corto e forme che in qualche modo hanno anticipato quelle delle auto che avrebbero calcato le strade di quegli anni.

Non fu prodotta negli stabilimenti di Pontedera, bensì in quelli francesi della ACMA. Tuttavia, la Piaggio non ebbe riscontri tali da poter proseguire la produzione a lungo e così, dopo quattro anni e circa 30 mila esemplari prodotti (in Italia ne arrivarono soltanto un centinaio) la sua storia si interruppe bruscamente.

In un documento dell’epoca che oggi fa parte dell’Archivio Storico Piaggio redatto da Corradino d’Ascanio, si capisce che il motivo per cui decisero di arrestare la produzione della ACMA Vespa era da ricondursi al fatto che scegliendo la via delle auto avrebbero avuto “la concorrenza di tutto il mondo“.

Da qui, la decisione di concentrarsi esclusivamente sulle due ruote e ciò che ne conseguì è storia ben nota, con la Vespa che è diventata un’autentica icona del Made in Italy, riconoscibilissima e apprezzatissima in Italia e all’estero.

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