Una Vespa che sembra uscita da un film di guerra e invece è proprio vera: storia incredibile di uno scooter armato.
Immaginate una Vespa, quella classica, simbolo di libertà e leggerezza. La Vespa hippy e un po’ pacifista che “mangiava le mele”. Ora aggiungetele un cannone. No, non è uno scherzo, né una trovata cinematografica. Questo strano veicolo è esistito davvero ed era destinato ai paracadutisti francesi della Legione Straniera negli anni Cinquanta.
L’idea era semplice quanto assurda: paracadutare dietro le linee nemiche uno scooter con un potente cannone anticarro. Un mezzo leggero, agile e veloce per sorprendere i mezi corazzati. Sulla carta sembrava geniale. Nella realtà, come spesso succede, le cose andarono molto diversamente.
Quando la Vespa va in guerra
Tutto iniziò dopo la Seconda Guerra Mondiale. La Francia cercava mezzi economici e pratici per le sue truppe paracadutate in Africa e Asia. Serviva qualcosa di piccolo e facile da trasportare con gli aerei. Così nacque la Vespa TAP, sigla che indicava proprio le truppe aviotrasportate.

La Piaggio aveva aperto una fabbrica in Francia per evitare tasse doganali, l’ACMA, che partecipò alla gara d’appalto dell’esercito francese. La Vespa vinse soprattutto per il prezzo: 165 mila franchi contro i 250 mila del concorrente Bernardet.
Non era certo una Vespa normale. Il telaio venne rinforzato ovunque con lastre d’acciaio più robuste. Furono aggiunti tubi protettivi su fiancate e scudo anteriore. Davanti c’era un grosso portapacchi per trasportare il treppiede del cannone e il sistema di puntamento. E poi c’era lui, il protagonista assoluto: un cannone americano M20 da 75 millimetri capace di perforare corazze spesse oltre dieci centimetri.
Il cannone veniva fissato sotto la sella, attraversando tutto lo scooter fino allo scudo anteriore. Non si poteva sparare direttamente dalla Vespa: bisognava smontarlo e montarlo sul treppiede, operazione piuttosto complicata. Durante i test provarono anche a sparare direttamente dallo scooter, ma i risultati furono pessimi.
Il problema principale era il peso: lo scooter da solo pesava già 115 chili. Aggiungete 52 chili di cannone, altri 60 chili per sei proiettili appesi ai lati e quasi 30 chili tra treppiede e puntatore ottico. In totale facevano ben 255 chili su due ruote piccole e sospensioni inadatte al fuoristrada.
Per muovere questo peso enorme c’era un motore derivato dalla Vespa GL, modificato fino a raggiungere i 145 centimetri cubici ma con soli 6 cavalli di potenza. La sella era alta quasi novanta centimetri da terra ed era rigida come una tavola perché sotto doveva passare il cannone.
Chi provò a guidarla disse chiaramente che era ingovernabile. Nonostante questo nel 1956 furono prodotti i primi 500 esemplari, seguiti da altri 200 nel 1959 con piccole modifiche allo sterzo e alla sella.
Alla fine però fu usata pochissimo in guerra vera. In Algeria venne impiegata solo per spostamenti durante operazioni di rastrellamento, senza mai montare davvero il cannone sul campo di battaglia. Troppo pesante, troppo instabile e inadatta ai terreni accidentati.
La maggior parte delle Vespa TAP finì nelle caserme francesi usata dai soldati per commissioni quotidiane o riverniciata in blu per l’aviazione o rosso per i pompieri.
Oggi le poche superstiti sono oggetti di collezionismo sfrenato: ne rimangono circa novanta esemplari originali censiti in tutto il mondo. Era un’idea geniale, diventò un mezzo un mezzo inutile e scomodo. Oggi è il miraggio di chi ha davvero molto da spendere, per uno scooter che definire unico è poco.