Il futuro della MotoGP prevederà un cambiamento epocale, con i piloti che dovranno adattarsi a dei mezzi molto diversi.
La stagione 2023 rimarrà impressa nella memoria collettiva per essere una di quelle in assoluto più combattute, con la sfida tra Bagnaia e Martin che al momento non riesce a vedere chiaramente uno dei due come favorito. A tre weekend dal termine, le sei prove tra Sprint e gara saranno determinanti per decretare il nuovo campione del mondo.
In questi anni però non sono mancate le critiche nei confronti delle moto riguardanti la classe regina, in particolar modo da quella schiera di piloti che in passato avevano ottenuto grandi risultati. Il sensibile aumento della componente aerodinamica e dell’elettronica ha dato il là a delle moto molto diverse rispetto al passato.
C’è chi infatti è convinto che un fenomeno come Marc Marquez avrà grandi difficoltà anche in Gresini, in quanto lo stile di guida di queste moto è totalmente differente rispetto a quello dei suoi anni d’oro. Gli infortuni inoltre sono aumentati sensibilmente e lo si è visto in questa stagione 2023 che ciclicamente ha visto sempre qualche pilota non prendere parte alla gara.
Si è iniziato fin dalla primissima gara in Portogallo, con Pol Espargarò fuori nelle prove, poi è toccato a Bastianini nella Sprint Race e infine a Marquez e Oliveira in gara. Forse anche per poter contrastare questo trend decisamente negativo, la federazione ha deciso di attuare un cambiamento che sicuramente si può definire come epocale e che rivoluzionerà il mondo delle corse.
Cala la cilindrata in MotoGP: la rivoluzione del 2027
Al momento la MotoGP presenta delle due ruote con una potenza da 1000 di cilindrata, ma a quanto pare questo rimarrà solo un ricordo. Dal 2027 infatti, come riporta mowmag.com, la federazione sarebbe intenzionata a dare il via a una rivoluzione storica, con il passaggio delle moto a 850 di cilindrata.
La decisione nasce dalla volontà di creare delle moto che possano essere molto prestazionali, ma che allo stesso non riescano più a toccare i picchi di velocità delle MotoGP odierne. Il motivo principale è legato alla sicurezza dei piloti che quest’anno è stata messa più volte a repentaglio.
Non basta dunque esaltarsi per il record di velocità di Brad Binder, che al Mugello ha toccato i 366,1 km/h, perché nel 2023 si è rischiato sensibilmente di piangere la scomparsa di alcuni campioni. Ciò che è successo a Pecco Bagnaia, caduto in seguito a una Ducati imbizzarrita e investito proprio da Binder deve essere da monito.
A parlare di questa possibile rivoluzione ci ha pensato Pit Beirer, direttore sportivo della KTM, che ha spiegato a speedweek.com come la casa austriaca sia favorevole a questo cambiamento. Dal suo punto di vista infatti si avrà modo di rendere più sicura la gara e allo stesso tempo creare delle moto che possano essere molto prestazionale. Non nega che in un primo tempo si tratterebbe di una spesa economica importante, visto che vorrebbe dire rivoluzionare il motore, ma nel tempo sarebbe un grande novità. Anche Ducati, Honda e Yamaha si sono schierate a favore di questa novità che dunque per il 2024 sembra davvero certa.