Possibile rivoluzione che coinvolgerebbe l’intero paddock di MotoGp, occhio ai rumors.
Il brand MotoGp sta vivendo un periodo florido nel quale il brand sta crescendo ogni anno sempre di più. Nonostante l’addio di Valentino Rossi, volto di questo sport, nel 2021, il massimo campionato motociclistico del mondo ha continuato la sua crescita. Il nuovo format con l’introduzione delle gare sprint, la copertura televisiva ma, soprattutto, l’imprevedibilità che questo sport riesce a portare in pista ogni weekend, ne sono i fattori principali.
Certo, c’è ancora qualcosa da migliorare. Tanti gli infortuni che si sono visti nelle ultime due stagioni e che, senza dubbio, hanno condizionato il campionato. Il dominio Ducati, poi, ha fatto storcere il naso a parecchi sia tra i tifosi che all’interno del paddock. Negli ultimi cinque anni, tuttavia, si sono alternati ben quattro vincitori diversi del titolo mondiale con quattro costruttori diversi, a testimonianza di una competitività diffusa in tutto il circus.
Ecco allora che tutto il brand sta iniziando ad attirare l’attenzione degli investitori che, come è successo anche per la Formula 1 con Liberty Media, vogliono entrare a far parte del gioco.
MotoGp, possibile cessione? Parla il boss Ezpeleta
Intervistato da La Repubblica, il boss di Dorna Carmelo Ezpeleta ha confermato i rumors che negli ultimi giorni stavano travolgendo la MotoGp relativi ad una possibile cessione. Nonostante il 77enne spagnolo venga quotidianamente attaccato dai puristi del motociclismo che lo accusano di aver esageratamente spettacolarizzato il format, i risultati sono dalla sua parte.
“Confermo le voci anche se vorrei sapere chi le mette in giro. Tutti i giorni ricevo telefonate dagli istituti di credito che i chiedono se è vero che vogliamo vendere. Le banche però non voglio comprare, vogliono solo fare da tramite. Io posso dire soltanto una cosa: siamo pronti”, ha dichiarato Ezpeleta ai microfoni de La Repubblica.
“Siamo pronti a continuare con gli azionisti o, se vorranno, a mollare. Le società proprietarie con capitale rischio, di solito, restano 4-5 anni. Poi ogni regola ha delle eccezioni. Con i nostri primi investirori siamo rimasti dal 1998 al 2006. Poi con Bridgepoint sono passati altri 17 anni. Al momento Dorna è per il 20% di proprietà dei suoi lavoratori, e io ne ho la maggioranza. Il 39% è di Bridgepoint, il 38% di un fondo canadese. Tutto può ancora succedere ma non è ancora successo. Il prodotto, è sicuro, piace”, ha concluso Ezpeleta.