Una notizia che scuote il mondo delle due ruote: il colosso sta attraversando una crisi finanziaria che potrebbe mettere in ginocchio il suo programma racing.
Il paddock della MotoGP sussurra, i meccanici si scambiano sguardi preoccupati, mentre nei box si respira un’aria pesante come il piombo. KTM, il marchio che ha portato una ventata di novità nel circus delle due ruote, sta affrontando la sua sfida più difficile.
Non si tratta questa volta di trovare il setting perfetto o di migliorare l’aerodinamica, ma di sopravvivere a una tempesta economica che minaccia di spazzare via anni di sogni e investimenti. Una realtà durissima, non solo per l’economia ma anche per gli appassionati di tutto il mondo.
La verità nascosta dietro i sorrisi
I numeri parlano chiaro, e sono spietati come una caduta ad alta velocità. Il debito ha raggiunto quota 2,9 miliardi di euro, una cifra che toglie il fiato. Di questi, ben 1,8 miliardi gravano direttamente su KTM AG. Non bastasse questo, ci sono 2500 creditori in attesa e stipendi arretrati per 40 milioni di euro.
Le belle parole di Pit Beirer di qualche giorno fa suonano ora come un tentativo di rassicurare gli animi. La realtà è ben diversa: lo sviluppo delle moto per il 2025 è stato congelato. Niente più test nella galleria del vento questo mese, niente evoluzione tecnica fino ai test di Sepang a febbraio. È come se il tempo si fosse fermato nei box KTM.
Il marchio GasGas scomparirà dal paddock, mentre Moto2 e Moto3 vedranno un ridimensionamento dell’impegno austriaco. Per ora, le quattro RC16 di Acosta, Binder, Bastianini e Vinales dovrebbero continuare a rombare in pista fino al 2026, come previsto dal contratto con Dorna. Ma nel paddock serpeggia il dubbio che questa sia solo la punta dell’iceberg.
A Barcellona, nell’ultima gara della stagione, i vertici aziendali avevano già dato qualche segnale. Durante una riunione a porte chiuse, avevano condiviso le prime avvisaglie della crisi con il team. Ma nessuno immaginava che la situazione potesse precipitare così velocemente.
Ora KTM sta preparando un piano strategico per salvare il salvabile. La priorità è proteggere la divisione sportiva, vitale per l’immagine del marchio. Un danno reputazionale in questo momento potrebbe essere il colpo di grazia per le vendite, già messe a dura prova dalla situazione finanziaria.
Nel mondo delle corse, dove ogni millisecondo conta e dove la differenza tra vittoria e sconfitta si misura in dettagli, KTM sta correndo la sua gara più importante. Non è una battaglia per il podio, ma per la sopravvivenza stessa del progetto racing. E questa volta non basterà aprire il gas per uscire dai guai.