Triumph ha reso nota la sua intenzione di sbarcare il più rapidamente possibile sul mercato indiano, uno di quelli (insieme a Cina e Brasile) che hanno maggiori prospettive di crescita a livello mondiale non solo per le due ruote ma anche dal punto di vista dell’economia in generale.
La casa di Hinckley ha messo Ashish Joshi (ex Royal Enfield, casa per la quale curava il mercato europeo) a capo delle operazioni indiane e si prepara a portare nel grande paese asiatico alcune delle sue creature più famose, tra cui la Triumph Speed Triple, la Bonneville, la Rocket III, la Daytona 675 e la Tiger 800, uno degli ultimi modelli del costruttore inglese.
Nick Bloor, CEO di Triumph Motorcycles UK, ha dichiarato esplicitamente che “l’India è un mercato chiave per lo sviluppo di Triumph”, cosa che lascia intendere che la casa inglese sbarcherà in forze in un paese peraltro storicamente legato al Regno Unito da antichi legami che potrebbero anche facilitare la penetrazione di un marchio già di suo molto prestigioso.
Era forse inevitabile che, visto il calo delle vendite in Italia e in Europa, Triumph decidesse di puntare sui mercati emergenti, dove per il momento pare si limiterà a creare una struttura di vendita ma dove in un prossimo futuro potrebbe anche decidere di spostare almeno una parte della produzione, imitando così la concorrenza, ormai quasi tutta presente in Asia sia con una propria rete di concessionari sia con consociate che producono in loco a prezzi davvero concorrenziali (visto anche il basso costo della manodopera e la mancanza di vere e proprie organizzazioni sindacali).