Un vero e proprio missile, non sembra affatto una moto: Triumph America ha creato un modello che raggiunge una velocità incredibile.
La Triumph ci ha abituato, negli anni, a veri e propri modelli “supersonici” da strada. La casa britannica è specializzata nel progettare colossi “avvezzi” ad affrontare, in sella a due ruote potentissime e dalle grandi prestazioni, strade impervie, deserti, acquitrini, quasi come se lo stare in moto fosse una eterna sfida contro se stessi, per misurare le proprie capacità.
Quelli della Triumph, però, una storia alle spalle che ha non certo bisogno di presentazioni, negli ultimi anni si sono cimentati nella costruzione di quelli che possono essere considerati veri e propri prototipi, destinati un giorno a conquistare il mercato. Un solo obiettivo ha spinto i meccanici e gli ingegneri della Triumph a cimentarsi in progetti del genere.
Stiamo parlando, naturalmente, del fervido desiderio di infrangere record su record di velocità, di percorrere nuove tappe, in chiave futuristica, che possano permettere, ai piloti della Triumph, du ottenere un delicatissimo binomio, il più complesso di tutti: velocità elevatissime e sicurezza. Naturalmente c’è da immaginare che dovranno anche esistere strade che possano fare spazio a “mostri” del genere, ipotizzando che sarebbe ben complessa la circolazione con altri veicoli e che stiamo comunque parlando di modelli da pista.
Sul mercato “tradizionale”, quello dei comuni mortali, la Triumph non si ferma. Ed ecco allora che nel 2024 le motociclette Triumph saranno accessibili a una gamma molto più ampia di acquirenti, quando i nuovissimi modelli Speed 400 e Scrambler 400 X saranno in vendita. I prezzi negli Stati Uniti non saranno annunciati fino all’avvicinarsi del lancio. L’attesa è già spasmodica.
Sul fronte delle “sperimentazioni”, come detto, la casa madre non perde tempo, e pensa addirittura alla prima moto elettrica targata Triumph, con lo straordinario progetto, nato nel 2019, della Te-1. Il progetto della motocicletta elettrica Triumph TE-1 è andato avanti costantemente da quando, ben prima del Covid, la casa britannica ha iniziato a testare le acque del mercato delle motociclette elettriche e ha poi proceduto ad annunciare ufficialmente un programma interno di sviluppo di motociclette elettriche. Qui, però, siamo ancora ad una velocità per così dire normale, migliorabile, certo, 216 km/h, ma pur sempre nella norma per una moto sportiva.
C’è chi, qualche anno fa, ha saputo andare ben oltre. Triumph America ha deciso di rinverdire la forte tradizione del marchio inglese nel campo dei record di velocità motociclistica con uno strabiliante modello denominato ‘Triumph Castrol Rocket‘, realizzato in collaborazione con la ‘Conspiracy Hot Rod’ di Matt Markstaller, la ‘Carpenter Racing’ di Bob Carpenter e lo staff del pilota specialista statunitense Jason DiSalvo.
Come al solito, nei casi di questi mostruosi veicoli appositamente costruiti per battere record, la definizione ‘moto’ può sembrare non perfettamente calzante – ‘missile cabinato’ o ‘siluro a due ruote’ potrebbero essere valide alternative – ma si tratta in fondo di una semplice estremizzazione del concetto base sviluppata per raggiungere un solo e unico scopo: essere il più veloce possibile, senza fronzoli di alcun genere.
Non è una moto, non sembra affatto esserlo. Stiamo parlando di un missile terrestre alimentato da una coppia di motori Rocket III costruiti da Carpenter ridotti da 2,3 litri a 1,5 per soddisfare il limite di cilindrata della classe Streamliner-Blown Fuel di 3.000 cc. Turbocompressi e brucianti a metanolo, i motori montati in tandem, che mantengono i blocchi di serie, le testate e le valvole, raggiungono i 9.000 giri al minuto producendo più di 500 CV ciascuno. La Castrol Rocket trasuda velocità e sembra pronta a rivendicare per Triumph il titolo di “motocicletta più veloce del mondo”, ben oltre i 400 chilometri orari.