Brutte notizie per chi viaggia in treno: dal prossimo gennaio, la tratta subirà rallentamenti significativi che si protrarranno per tre mesi.
Chiunque abbia mai preso un treno sulla Roma-Firenze sa quanto sia diventata efficiente questa tratta negli ultimi anni. Un collegamento veloce, puntuale, che ha cambiato le abitudini di migliaia di persone. Ma ora tocca fare un passo indietro, almeno temporaneamente.
I binari hanno bisogno di manutenzione, e non c’è modo di evitarlo. Un po’ come quando si deve chiudere una corsia in autostrada: fastidioso, ma necessario. Dal 7 gennaio inizia la trasformazione. Per tre mesi, fino al 4 marzo, la linea diventerà un cantiere mobile.
Settantacinque tecnici specializzati lavoreranno principalmente di notte, armati di strumenti e competenze, per sistemare circa venti chilometri di binari. Non è un intervento da poco: servono 12 milioni di euro per completare l’opera.
I tratti interessati sono due: quello tra Capena e Gallese e il pezzo che va da Settebagni a Roma Tiburtina. Venti chilometri in tutto, venti chilometri che costringeranno ogni tipo di treno a rallentare. Dai regionali che si fermano nelle piccole stazioni agli Intercity, fino ai Freccia Rossa che sfrecciano tra le due città. Nessuno escluso.
La decisione di lavorare di notte non è casuale. La Roma-Firenze è una delle tratte più trafficate d’Italia, un’arteria fondamentale per l’economia del paese. Bloccarla completamente sarebbe stato impensabile. Meglio qualche rallentamento che una chiusura totale.
Alcuni treni veloci dovranno pure saltare la fermata di Roma Tiburtina. Una scelta che creerà qualche grattacapo a chi era abituato a questa stazione, ma che serve a non accumulare troppi ritardi sulla linea.
Per chi usa il treno ogni giorno, sarà necessario riorganizzare la propria routine. Partire qualche minuto prima, calcolare tempi più lunghi per gli spostamenti, magari riprogrammare qualche appuntamento. Non sarà semplice, soprattutto per chi ha orari rigidi da rispettare.
Ma questi lavori sono inevitabili. Come quando si deve aggiustare il tetto di casa: si può rimandare per un po’, ma prima o poi bisogna intervenire. E meglio farlo in modo programmato che aspettare un’emergenza.
La speranza è che questi tre mesi passino in fretta. Che i tecnici riescano a lavorare senza intoppi, che il meteo sia clemente, che tutto proceda secondo i piani. Nel frattempo, tocca armarsi di pazienza. Magari approfittare dei rallentamenti per guardarsi intorno, osservare quei paesaggi che di solito sfuggono alla vista quando si viaggia ad alta velocità. Le colline toscane hanno sempre qualcosa da raccontare, anche se ci si passa davanti più lentamente del solito.
E chissà che questa pausa forzata non ci faccia apprezzare ancora di più la velocità a cui eravamo abituati, quando tutto tornerà alla normalità.