Siete appassionati di MotoGP, allora vi sveliamo qual è la velocità massima mai toccata dai prototipi in pista
Sappiamo bene che la velocità bruta non sempre basta per vincere le gare di MotoGP, anche e soprattutto se a quella potenza viene abbinato un prototipo difficile da gestire in accelerazione e in frenata. Per poter vincere una gara e meglio ancora un campionato mondiale, è necessario che la moto sia stabile in frenata ed in ingresso curva, che sia dolce altamente manovrabile in percorrenza e nei cambi di direzione, che sia dolce nell’erogazione del gas in uscita di curva e in fase di accelerazione.
Il rischio, altrimenti, è di avere una moto che raggiunge velocità folli sul rettilineo, sbaragliando la concorrenza e recuperando terreno, ma che è ingestibile in curva e rischia di buttare il pilota fuori dalla pista ogni volta che è in piega o deve affrontare un cambio di direzione. Lo sa bene Loris Capirossi, primo pilota Ducati della storia della MotoGP che per anni ha dovuto lottare con una moto impossibile da gestire sebbene fosse costantemente la più veloce in pista.
Ebbene il record di velocità su pista della MotoGp appartiene proprio alla Ducati, moto che nel frattempo è diventata iper equilibrata e performante in ogni fase. La moto oggi guidata dal campione del mondo Pecco Bagnaia è la migliore che ci sia in pista, quella sulla quale qualsiasi pilota riesce a migliorare le proprie performance e ad essere competitivo. La dimostrazione è l’andamento di Alex Marquez, pilota quasi inesistente in sella alla Honda e adesso spesso e volentieri a lottare tra i primi.
Il merito di questa trasformazione è da attribuire a Gigi Dall’Igna per averla progettata, a Michele Pirro per averla sviluppata e poi ovviamente a tutti i piloti che si sono succeduti in questi anni, in particolar modo a Dovizioso, ma anche a Jorge Lorenzo, a Pecco e a Jack Miller. Ma veniamo al punto, qual è la velocità massima mai toccata da una MotoGp? Ecco le tre possibili risposte:
a) 351 Km/h
b) 363,6 Km/h
c) 375 Km/h
MotoGP, ecco la risposta che vi sconvolgerà
Come detto la velocità non è tutto, ma è sicuramente una delle componenti che rende così avvincenti le gare tra i fenomeni della MotoGp. Vedere quelle moto che sfrecciano a velocità folli in rettilineo, per poi portare la velocità da 300 Km/h sino ad 80 in frenata prima di buttarsi dentro la curva o di tentare un sorpasso è sicuramente galvanizzante e rende maggiormente l’idea di quanto siano forti i protagonisti di questo incredibile sport.
Vent’anni fa, agli albori della MotoGp, il record di velocità è stato stabilito dal pilota giapponese Toru Ukawa in sella alla Honda che dominò quei primi anni con i motori 990. Il nipponico stabilì il record a 324,5 Km/h.
Una velocità che sembrava folle e che non era mai stata toccata da una moto in un circuito che non fosse adibito alle prove di velocità, ma che oggi può essere raggiunta con una qualsiasi moto stradale hypersport performante. Quel record venne stabilito nel 2002 al Mugello, sul rettilineo che porta alla San Donato, uno dei rettifili più lunghi del mondiale e uno dei due luoghi al mondo, insieme al lungo rettilineo di Doha, in cui il record viene spesso ritoccato.
Negli anni a seguire il record è stato una questione a due tra le Ducati e le Honda, ma nell’ultimo periodo è divenuta una questione interna tra i piloti che sono in sella alle moto prodotte in Emilia, con qualche incursione di Brad Binder in sella alla KTM. Nelle ultime due stagioni – la 2021 e la 2022 – il record è stato ritoccato spesso ed è passato da Miller, a Zarco, da Binder a Jorge Martin. Proprio l’iberico in sella alla Ducati Pramac lo detiene al momento, ma a quanto è riuscito a portare la sua moto?
Il record lo ha stabilito lo scorso anno al Mugello ed è di 363,6 Km/h. Si pensa che quest’anno i piloti possano riuscire a ritoccarlo ulteriormente e il prossimo weekend si corre proprio nella pista italiana. Certo difficilmente si arriverà ai 375 Km/h messi come opzione, ma i 365 potrebbero essere alla portata dei fenomeni in pista. Non resta che attendere e vedere se ci riusciranno o se bisognerà attendere l’anno prossimo.