Nelle ultime ore la sezione moto della Suzuki ha annunciato un problema accaduto in uno dei suoi Paesi di produzione. Ed è un vero guaio.
In questi giorni si fa un gran parlare di un progetto nel mondo delle moto che coinvolge quattro colossi delle due ruote. Parliamo di Honda, Kawasaki, Suzuki e Yamaha, che si sono unite per studiare una moto a idrogeno, che potrebbe letteralmente sconvolgere il mercato futuro.
Un accordo che ha portato alla firma dell’HySE – Hydrogen Small Mobility and Engine Technology, con il benestare del Ministero dell’Economia, del Commercio e dell’Industria giapponese, che mira a stabilire “uno standard di progettazione per i motori a idrogeno per la piccola mobilità”.
C’è però chi in questo momento non se la passa proprio bene e parliamo di Suzuki. Dopo aver abbandonato la MotoGP nel 2022 e il resto degli sport motoristici, il marchio giapponese ha dato il via a una profonda ristrutturazione che deve portare l’azienda nel giro di pochi anni a cambiare letteralmente pelle, con obiettivo quello di rinnovare il proprio parco moto anche (e soprattutto) con modelli elettrici.
Nel frattempo continua lo sviluppo dell’attuale produzione, con modelli che hanno fatto il loro debutto negli ultimi mesi e che stanno riscontrando l’apprezzamento dei fan del marchio e non solo, soprattutto tra i patiti delle moto naked. Ma negli ultimi giorni c’è stato un grosso problema che ha messo a rischio l’azienda.
Suzuki, un problema davvero pesante
Dopo essere stata colpita da un presunto attacco informatico, Suzuki Motorcycle India è stata costretta a interrompere la produzione nei suoi stabilimenti. Secondo i rapporti ufficiali, la produzione è stata bloccata dal 10 maggio e potrebbe aver subito una perdita di produzione di oltre 20.000 mezzi durante questo periodo. Suzuki che tra l’altro solo pochi giorni fa ha annunciato di aver rinviato la sua conferenza annuale dei fornitori per un problema “senza precedenti” che si era verificato e ora viene da pensare che tutto sia riconducibile a questo attacco hacker.
In una nota il marchio giapponese ha fatto sapere che è a conoscenza dell’incidente avvenuto e che è stato “prontamente segnalato al dipartimento governativo interessato. La questione è attualmente oggetto di indagine e, per motivi di sicurezza, non siamo in grado di fornire ulteriori dettagli in questo momento“. Probabile però che la produzione riparta nel giro di una settimana, lasciando comunque, come detto, dei grossi problemi da affrontare.
Suzuki è stato il quinto produttore di veicoli a due ruote del Paese, secondo i dati di quest’anno, con una produzione di quasi un milione di unità. Proprio come la sua consociata, Maruti Suzuki, l’India è il più grande mercato per questa azienda al di fuori del Giappone: basti poi pensare che il 20% della produzione indiana è destinata ai principali mercati globali, inoltre il 50% della produzione globale di Suzuki Motor Corporation è rappresentato proprio dall’India.
Suzuki Motorcycle detiene una quota di mercato delle due ruote nel Paese del 5%, con lo scooter Burgman Street e Access che è uno dei più venduti. Con questo problema, è previsto però che l’azienda giapponese abbia una produzione globale inferiore al 4,4% come prospettato dai vertici a inizio anno.