Il governo italiano ha espresso la propria posizione nell’ultimo intervento sullo stop a diesel e benzina: ora non ci sono più dubbi.
Il settore dell’automotive vive certamente un momento di difficoltà, come si può chiaramente vedere dai numeri che riguardano le vendite nel 2024. Il segmento che paga maggiormente dazio è quello delle auto elettriche: la maggior parte degli utenti ha ancora diffidenze nei confronti della nuova tipologia di auto, non solo in termini di prezzo (comunque molto elevato).
Eppure sembra che ormai la strada sia stata tracciata: il 2035 resta l’anno in cui si dovrà arrivare alla transizione completa, ovvero al passaggio definitivo dalle auto con motore a benzina o diesel a quelle elettriche. Un argomento, assieme alla crisi del mercato dell’auto, di cui si è parlato nella conferenza ‘Ritrovare la strada’ organizzata da Anfia, l’Associazione Nazionale Filiera Industria Automobilistica.
Nel corso della conferenza ha preso la parola anche Adolfo Urso, ministro delle Imprese e del Made in Italy, per chiarire come il governo italiano abbia chiesto all’Unione Europea di anticipare alla prima parte del 2025 la discussione sulla clausola di revisione relativa alle emissioni di CO2. Secondo Urso è doveroso mantenere il target del 2035, che il ministro definisce “ambizioso e sfidante“, ma al tempo stesso è necessario anche rendere competitiva l’industria automobilistica europea: solo così si potranno davvero salvare i tanti posti di lavoro oggi a rischio.
I concetti espressi da Urso sono gli stessi riferiti anche nella riunione con i dirigenti Stellantis dello scorso 14 novembre: il governo, ricorda il ministro delle Imprese e del Made in Italy, ha stanziato un miliardo di euro per gli incentivi chiedendo di aumentare la produzione di auto in Italia che invece è diminuita.
“Questo chiaramente è successo anche a causa della normativa europea – ha detto Urso nel corso della conferenza – che dal 2025 impone ai costruttori, per evitare pesanti sanzioni, di aumentare la percentuale di auto elettriche vendute, a danno delle termiche“. Il ministro Urso ritiene invece opportuno puntare su una neutralità tecnologica che vada a incentivare anche lo sviluppo e l’utilizzo dei biocarburanti e degli e-fuels.
Di sicuro è arrivato il momento di mettere in campo politiche di impatto per evitare che le cose peggiorino: già ora, secondo le proiezioni, sono a rischio 186.000 posti di lavoro in Germania entro il 2035. Gli effetti si farebbero sentire in maniera pesante anche in Italia.