Intoppo per la riforma, il decreto del ministro Matteo Salvini è stato bocciato. Ecco che cosa sta succedendo.
Il governo Meloni, e in particolare il ministro delle infrastrutture e dei trasporti Matteo Salvini, ha portato a casa con successo l’approvazione del nuovo Codice della Strada, una riforma fortemente voluta sin dall’insediamento, frutto di oltre un anno di lavoro della maggioranza e delle opposizioni. E’ solo una parte, però, delle modifiche legate ai trasporti che l’esecutivo ha in mente di copiere. E se sul fronte del Codice della Strada la riforma è andata a buon fine, un’altra battaglia ha invece subito una battuta d’arresto.
In particolare, oggetto di discussione è la regolamentazione delle auto NCC, Noleggio con il Conducente, un servizio sempre più diffuso sulle nostre città che consente di avere a disposizione un’auto ed un’autista su richiesta. Le discussione in merito vanno avanti ormai da tempo, soprattutto per la contrapposizione con il classico servizio di Taxi. Il ministro Salvini, con un decreto, voleva cambiare alcune delle regole alle quali questi servizi sono soggetti attualmente, ma l’approvazione è più complicata del previsto.
Il decreto DM 226/2024, sulla riforma del NCC, è infatti stato in buona parte bocciato dal Tar del Lazio. Il tribunale ha accolto il ricordo contro il provvedimento dall’Associazione Imprenditori Mobilità Sostenibile. Alcune parti della normativa già nei mesi scorsi erano state a lungo contestate.
In primis ad essere discussa era la volontà di introdurre una sosta obbligatoria di 20 minuti tra una corsa e l’altra, ma adesso i punti sotto accusa sarebbero di più. Intanto il divieto agli operatori NCC di stipulare accordi con società di intermediazione, che escluderebbe dunque partnership con hotel o agenzie di viaggi. Una situazione che è stata bocciata dal Tar e che secondo il tribunale andrebbe a minare la competitività e a danneggiare l’utente finale.
Un’altra contestazione riguarda l’introduzione della norma che prevede che la partenza del servizio della coincidere con l’arrivo del servizio precedente. Per il Tar, si tratterebbe di reintroduzione arbitraria dell’Obbligo di rimessa già abolito.
Immediata la reazione del governo, che ha assicurato che non vi saranno cambiamenti sui tre decreti sulla regolamentazione del settore taxi ed NCC poichè “il decreto interessato dall’ordinanza è congelato, nelle more del completo sviluppo delle funzionalità dell’applicazione digitale per la compilazione del foglio di servizio elettronico”. Il ministero ha poi fatto sapere “che le fasi successive permetteranno di chiarire la ragionevolezza delle scelte effettuate”.