Sono ore caldissime per Stellantis e per il futuro di casa Fiat. La nuova Panda è già in serissimo pericolo, lo stop è una decisione sofferta. Si chiude un’epoca? Oppure è l’inizio di qualcosa di più preoccupante?
Non sono ore semplici, quelle che sta attraversando Stellantis. Il colosso italo-francese è alle prese con i costi elevatissimi di produzione dei nuovi modelli, a fronte di una richiesta di mercato sempre più bassa e sempre meno sostenibile. In particolare i modelli elettrici come la Fiat 500e, costretta ora alla riconversione in ibrida pur di salvaguardare (teoricamente) il futuro dell’iconica city car e dello stabilimento di Mirafiori.
La piccola 500 elettrica, però, non è l’unica icona di casa Fiat ad essere sotto pesanti temporali. Anche la Fiat Panda è in serio pericolo, dopo quanto comunicato nelle ultime ore dagli Stati Generali di Stellantis. Gli stabilimenti del marchio piemontese in Italia stanno attraversando una grave crisi produttiva, tutt’altro che stemperata dalle rassicurazioni del CEO Carlos Tavares.
Lo stop imposto al polo di Pomigliano d’Arco, dove vengono prodotte Fiat Panda, Alfa Romeo Tonale e Dodge Hornet, preoccupa e riporta nel caos uno stabilimento storicamente vessato dalle crisi del nuovo millennio. Soprattutto la produzione della Fiat Panda si fermerà nel corso del mese di novembre, seppur rappresenti ancora oggi il modello di auto più venduto nel mercato italiano.
Secondo quanto specificato da Stellantis, la produzione di Fiat Panda subirà uno stop dall’11 al 29 novembre di quest’anno. Un periodo analogo (o quasi) anche per lo stop della produzione della linea motori Fire, nello stabilimento di Termoli. Sospesa integralmente, invece, la produzione dello stabilimento di Pratola Serra l’11 e il 12 novembre 2024.
La nota diffusa da Stellantis tranquillizza in minima parte e comunica alle organizzazioni sindacali il fermo delle attività produttive. Le decisioni (per quanto drastiche) del colosso italo-francese sono giustificate come: “[…] necessarie per per adeguare la produzione alle attuali condizioni di mercato e per garantire una gestione efficiente delle risorse”. Dopotutto il momento è molto complicato. Mancano ordini che giustifichino i costi produttivi dei veicoli elettrificati e questo rappresenta un ostacolo insormontabile. Un qualcosa che anche il Gruppo Volkswagen sta vivendo con il marchio Audi, costretto a sopprimere (tra proteste e polemiche) lo stabilimento di Bruxelles per gli stessi motivi.