Stellantis, il progetto in Italia si è fermato. Interviene anche il governo. Ecco che cosa sta succedendo.
Lo scorso anno è stato caratterizzato da diverse tensioni tra il gruppo Stellantis e il governo italiano. Il gruppo, in un momento di difficoltà per l’automotive europeo, ha chiesto maggiore sostegno e chiarezza normativa alle istituzioni. Il governo, dal canto suo, ha puntato il dito non troppo velatamente sullo spostamento di molte attività di Stellantis all’estero e ha chiesto a più riprese certezze sull’impegno di Stellantis nel nostro paese e rassicurazioni sugli investimenti della holding e sul futuro degli stabilimenti italiani. Tra i temi di forte discussione è entrata anche la costruzione a Termoli di una gigafactory per la creazione delle batterie del gruppo. Un progetto per cui Stellantis inizialmente doveva ottenere anche i fondi del pnrr, ma che il governo proprio per la mancanza di certezze ha deciso di dirottare altrove.

Da quel momento sono cambiate diverse cose, su tutte proprio i rapporti tra il governo e Stellantis, oggi notevolmente più distesi e finalizzati a lavorare nella direzione di una ripartenza dell’automotive italiano dopo la forte crisi dello scorso anno. Stellantis ha già presentato i piani futuri delle aziende del gruppo, sulla gigafactory però la situazione continua ad essere ferma.
Stellantis, il progetto della Gigafactory ancora in stallo
Lo storico stabilimento FIAT dal 2026 ospiterà la produzione dei cambi automatici a doppia frizione (eDCT), come comunicato dalla stessa Stellantis. Un progetto che parte dai buoni risultati ottenuti dalle auto ibride sul mercato, con l’obbiettivo di aumentarne la produzione. Il progetto della Gigafactory è però ancora totalmente fermo, e di recente anche il ministro delle imprese e del made in Italy Adolfo Urso è tornato sull’argomento, chiedendo il sostegno dell’Unione Europea.

Nel piano recentemente presentato dalle istituzioni continentali ci si è ovviamente concentrato sulla transizione elettrica e sullo sviluppo dei modelli elettrici. Urso ha sottolineato l’importanza per l’Europa di rendersi indipendenti anche per quanto riguarda la creazione delle batterie, non a caso sempre più gigafactory stanno sorgendo nel continente. Il settore, dunque, ha bisogno di una politica comune e generale per poter ripartire, e il futuro di Termoli dipende anche da questo. Sono ovviamente anni decisivi per l’industria dei motori europei, che deve fare fronte a numerose sfide e alla concorrenza di Cina e Stati Uniti.