Stellantis, nuovi attacchi: sta salutando l’Italia? La risposta ufficiale dell’azienda. Ecco cosa sta succedendo, preoccupazione tra i dipendenti.
Stellantis continua ad essere sotto attacco nel nostro paese. La polemica con il governo italiano è stata riaccesa dalle parole in parlamento dell’amministratore delegato Carlos Tavares, che ha ribadito come il supporto statale sia fondamentale per gli investimenti del gruppo e per superare il difficile momento dell’industria automobilistica europea, che deve fare i conti con la crescente avanzata dei modelli che arrivano dalla Cina e con le difficoltà e i costi della transizione elettrica. La difesa dell’azienda non ha però attutito le critiche, ma anzi ha acceso ancora di più il dibattito.
Stellantis è ormai da tempo sul banco degli imputati per la delocalizzazione di molte delle sue attività all’estero. Il futuro degli stabilimento italiani, che hanno dovuto fare i conti con stop di produzione e lo spettro di tagli e licenziamenti, continua a preoccupare il governo, ma soprattutto lavoratori e sindacati, che chiedono conferme sugli investimenti futuri del gruppo del nostro paese.
Sulla questione è intervenuta, con una posizione piuttosto netta, anche Confindustria: “Mi dispiace che vengano fatti investimenti in altri paesi scrivendo alle nostre imprese lettere con la richiesta di delocalizzare” ha detto il presidente Emanuele Orsini. Il messaggio è chiaro: gli auti statali devono essere concessi a chi progetta in Italia e sugli investimenti fatto nel paese, e non sull’acquisto dell’automobile in sé.
Immediata la risposta di Stellantis, che ha ribadito le difficoltà sul mercato e come siano proprio le vendite a consentire gli investimenti e maggiori manovre per il gruppo e non il contrario. Le difficoltà del momento attuale, e le necessità di ottimizzare i costi da parte del gruppo, insomma, partirebbero soprattutto dai costi eccessivi dei veicoli elettrici e dalla conseguente fatica della domanda.
L’azienda ha poi risposto in modo netto a chi parla di una Stellantis sempre più lontana dall’Italia e di un graduale addio del gruppo al nostro paese: “Stiamo investendo in Italia per restare” fanno sapere da Stellantis: “Tutto il resto sono opinioni, rispettabilissime, ma non necessariamente vere”.
La polemica, insomma, non accenna a placarsi e il botta e risposta tra il gruppo, i cui investimenti sono fondamentali per l’industria italiana, e istituzioni ed enti del nostro paese non accenna a placarsi. A seguire con trepidazione la questione ci sono ovviamente i tanti lavoratori dell’azienda, che sperano di potere avere presto certezze sul futuro e che una soluzione per tutelare l’industria dei motori italiana possa in un modo o nell’altro essere trovata.