Ci sono delle moto che hanno scritto la storia e sono rimaste nel cuore degli appassionati. Ecco i migliori modelli.
Non tutte le motociclette restano nella mente dei patiti delle due ruote, ma alcune di esse hanno questo dono, spesso per merito dei risultati ottenuti nelle competizioni. Marchi come BMW, Honda, Cagiva, Yamaha e KTM in particolare hanno saputo mettersi in mostra in una gara complicata e pericolosa come la Dakar e con gli esemplari con cui hanno partecipato all’evento hanno registrato il boom, di vendite.
Dal look sportivo e aggressivo hanno attratto l’attenzione dei più. Ma quali sono queste belve? Adesso lo scopriremo. Prima di cominciare anticipiamo che non si tratta di moto recentissime, ma addirittura il nostro viaggio ci riporterà agli anni ’70.
Parlando di quel periodo storico non si può non citare la Yamaha XT 500. Molto versatile, si distingueva per una certa solidità e per le alte prestazioni. A spingerla un monocilindrico quattro tempi da 499 cc raffreddato ad aria con due valvole e cambio a cinque marce con frizione a bagno d’olio. In grado di premere fino a 32 cv e con una coppia di 39,2 Nm, aveva un peso di 140 kg e poteva spingersi fino ai 160 km/h. Il propulsore era inserito in un telaio in acciaio, connesso ad una forcella telescopiaca e con ammortizzatori regolabili. I freni erano a tamburo e i cerchi a raggi da 21 e 18 pollici.
Negli anni ’80 a fare incetta in consegne fu la BMW R 80 G/S, portata al trionfo nella manifestazione da da Parigi andava in Senegal da Hubert Auriol. Provvista di boxer bicilindrico a quattro tempi da 797,5 cc e con telaio in tubi d’acciaio, è in grado di sprigionare 50 cv per una coppia massima di 55 Nm. Dando il gas al massimo, invece, si toccano invece i 168 km/h.
Debuttò nella corsa nel 1986. Era la Honda Nxr 750 con il suo motore V-twin da 780 cc a otto valvole, raffreddata a liquido e con una potenza di circa 75 cv. Il peso era di 160 kg.
Passiamo all’Italia con la Cagiva Elefant 900. Riuscì a salire sul podio della Dakar del 1900 grazie ad un ottimo propulsore, un bicilindrico a V da 950 cc raffreddato ad aria con iniezione elettronica Ducati.
La data di rilascio è 1989, ma tutt’ora ha una certa fama. E’ l’XTZ 750 Super Ténéré. A darle movimento un bicilindrico da 749 cc raffreddato a liquido con distribuzione bialbero e cinque valvole per cilindro. I cavalli sono 69, mentre alla bilancia misura 200 kg. Va detto che nella versione racing aveva caratteristiche più estreme.
Se parliamo di enduro stradali non si può non nominare la BMW F 650 RR. Progettato per affrontare lunghi percorsi, monta un quattro tempo Rotax da 48 cv alloggiato in un telaio monoculla. Nella variante è più potente si caratterizza per 678 cc di cilindrata e 75 cv, con spunto massimo di 180 km/h.
Con la KTM LC4 660R dei primi anni 2000 siamo nell’ordine dei 653,7 cc di cilindrata, l’unità motrice è un monocilindrico, quattro valvole con raffreddamento a liquido, era provvista di 65 cv e 69 Nm di coppia
Restando al marchio austriaco citiamo la 690 Rally con i suoi 80 cv e 690 cc di cilindrata; la 450 Rally da 68 cv e per finire la Honda CRF 450 Rally del più recente 2013. Equipaggiata con un monocilindrico a quattro valvole, per circa 60 cv.