Andare in moto è una passione e un modo di essere. Se vuoi farlo al meglio ci sono “regole” da seguire anche non scritte
Quando ci si trova in strada con la Moto è convenzione seguire un certo tipo di linguaggio non verbale per comunicare con gli altri motociclisti. Di seguito una lista di questo tipo di messaggi.
Andare in moto è una passione, uno stile di vita e una forma di libertà. Le Moto sono un mondo a parte, a cui non tutti accedono. Se per quanto riguarda l’automobile, la stragrande maggioranza la utilizza per necessità, per recarsi sul luogo di lavoro o per altre attività quotidiane, con le Moto il discorso è diverso.
Se in alcuni casi è conveniente affidarsi ad uno scooter, magari in città, per evitare traffico e perdite di tempo, in linea di massima chi si affida alla moto lo fa per coltivare una sua passione. Ci si può ritrovare in gruppo, fare delle uscite in compagnia, iscriversi a dei raduni e in generale assaporare il piacere della velocità, sempre però con prudemza.
Si arriva a sentirsi parte di una sorta di “tribù allargata”, quella dei motociclisti. Ogni gruppo che si rispetti ha ovviamente anche il proprio linguaggio, che nel caso degli appassionati di due ruote non è affatto convenzionale. Un sistema che deve essere condiviso, con segnali che tutti dovrebbero conoscere prima di mettersi alla guida.
Moto, tutti i segnali utilizzati in strada: ce ne sono davvero tantissimi
Come detto andare in moto presuppone alcune conoscenze di base anche in fatto di comunicazione non convenzionale. Un segnale di saluto verso un altro motociclista che arriva dal lato opposto della strada è una consuetudine che spesso riscontriamo. Ma non tutti i saluti sono dello stesso tipo.
Come riportato anche dal portale DueRuote, esistono diverse tipologie di segnale, da quelli più standard a quelli più estroversi. Si può percepire la personalità di chi è alla guida dal modo in cui saluta un’altra moto.
Andando nello specifico possiamo identificare quelli più timidi, che alzano appena l’indice e il medio della mano sinistra, quasi come un cenno d’intesa stile ciclistico. Poi c’è chi invece si affida al modello convenzionale ovvero le due dita protese della mano sinistra che si staccano dal manubrio e si fanno ben notare.
Qualcuno si prodiga in un saluto anche più esagerato, muovendo tutto il braccio e gesticolando, con un senso di quasi entusiasmo. In realtà esistono poi anche coloro che utilizzano gli abbaglianti, mandando “due lampi” come gesto di assenso, magari perché hanno incrociato uno stesso modello di moto o appartenente alla stessa casa costruttrice (la tribù dei ducatisti, ad esempio).
Infine c’è chi utilizza anche il calcio, ovvero un movimento della gamba laterale quasi come i piloti di MotoGP che segnalano il loro rientro ai box quando sono in pista. Insomma c’è l’imbarazzo della scelta, l’unica cosa importante è che bisogna salutare.