Dopo l’ennesima debacle a Silverstone Marc Marquez alza bandiera bianca e annuncia ciò che nessuno voleva sentire
Il GP di Silverstone ha visto al via un Marc Marquez decisamente ridimensionato. Intervistato alla partenza della gara domenicale si è definito un “ex migliore”, quasi a riconoscere che il suo tempo è passato, che difficilmente lo si vedrà vincere un altro titolo o anche solo combattere con i migliori. D’altronde lo aveva già confidato alla vigilia. Gli obiettivi non possono più essere gli stessi di anni fa.
La RC213 V non c’è e forse neppure lui. La magia che lo aveva contraddistinto è svanita e con essa la fiducia nel mezzo che prima, anche se cadeva, lo faceva rialzare come niente fosse e gli permetteva di fare la differenza.
Dunque, anche in Inghilterra il #93 ha fallito. Ripresosi relativamente dagli infortuni rimediati in Olanda nell’ultimo appuntamento prima della pausa estiva, ha chiuso in diciottesima piazza la Sprint Race e nel GP vero e proprio è stato vittima di un incidente, l’ennesimo in questa annata tanto sfortunata.
Marquez consapevole delle consegue, ecco cosa può succedere
Ancora una volta il Cabroncito si è trovato a lasciare un circuito con una scivolata in più sul groppone, e a bruciare è pure quella classifica generale impietosa che lo vede soltanto 19esimo con 15 punti. Qualcosa di davvero assurdo se si pensa al suo curriculum.
Dal 2013 al 2019 il suo trend di primi posti è stato senza pari. Un vero cannibale delle due ruote, trasformato oggi all’improvviso in un lontano parente. Non sappiamo se tutto ciò sia imputabile soltanto ai postumi del crash di Jerez 2020, con tutte le implicazioni fisiche che ci sono state. Di certo il catalano è molto cambiato.
Ultimamente ha anche modificato l’approccio alla professione. Dopo il divorzio dal suo storico manager Emilio Alzamora è molto più presente ad eventi extra sport, e di recente si è fidanzato ufficialmente con una modella, con cui non disdegna a posare sui social. E’ probabile dunque che la sua mente per almeno un decennio totalmente focalizzata sul motociclismo abbia ceduto al richiamo di altre sirene.
Addirittura di recente ha pubblicato un’autobiografia scritta da Werner Jessner, esperto in psicologia degli atleti, in cui ha voluto parlare a 360° di sé, descrivendosi come una persona determinata e pronta a superare qualsiasi ostacolo, ma ora più oculata e consapevole dei rischi che sta correndo. “So bene che il prossimo grave sinistro potrebbe porre fine alla mia carriera e condizionarmi per il resto della vita“, ha affermato brutale, pur ammettendo di sentirsi alimentato dall’adrenalina che lo porta a spegnere il cervello in certi momenti, e ad andare al limite quando non dovrebbe.
Conscio di essere agli sgoccioli, non ha mancato di ricordare con nostalgia i suoi momenti migliori. “Ero come un razzo, in continua salita e verso la luce. E’ stato un viaggio meraviglioso che però lì per lì mi sembrava normale“, ha proseguito dipingendosi come una sorta di moderno Icaro.
Critico verso il peso odierno dell’aerodinamica, si è infine soffermato sul comportamento di Honda, invitandola a rimboccarsi le maniche per il futuro, così da poter tornare a splendere come nel suo pedigree.