Una superbike turchese che poteva cambiare la storia delle due ruote e invece è stata colpita dalla sfortuna
Una moto che prometteva tutto, ma non ha realizzato niente. Che doveva cambiare la storia delle due ruote e invece è finita a prendere polvere in qualche garage. Una moto fallita, come se fosse stata colpita da una specie di oscura maledizione.
La Petronas FP1 è una di quelle moto che fanno girare la testa. Non la vedi spesso in giro, anzi quasi mai. Dei 150 esemplari previsti ne sono stati costruiti solo 75. Il resto è rimasto sulla carta, come tante belle idee nel mondo dei motori.
Una rivoluzione che non ce l’ha fatta
Tutto iniziò nei primi anni 2000. Petronas, gigante del petrolio malese, voleva entrare nel mondo delle corse. L’idea era semplice: costruire una superbike per gareggiare nel campionato mondiale. Per le regole servivano almeno 150 moto stradali. Le prime 75 furono prodotta in Inghilterra, mentre l’altra metà doveva nascere in Malesia. E qui c’è stato l’inciampo.

Il progetto era ambizioso. Un motore a tre cilindri da 899 cc, potente e particolare. Sulla carta erogava 127 cavalli nella versione stradale, che diventavano 185 in pista. Il telaio era un traliccio in acciaio, la carrozzeria in fibra di carbonio. Niente male per l’epoca.
La FP1 doveva correre in MotoGP. I cambi di regolamento la dirottarono verso il mondiale Superbike e qui iniziarono ad accumularsi i problemi che l’avrebbero appiedata. La moto non era competitiva come sperato e i risultati in pista latitavano pesantemente.
Nel frattempo la produzione si era fermata a metà. Tra difficoltà economiche, cambi ai vertici e scelte discutibile, nel 2006 Petronas si arrese: alzò bandiera bianca e si ritirò dalle corse. Così finì il sogno.
Le moto già prodotte finirono in deposito ad arrugginire alcune non furono mai immatricolate mentre altre passarono di mano in mano tra collezionisti. Oggi trovarne una è difficile. Quando capita, il prezzo oscilla tra i 29.000 e i 58.000 euro. L’ultimo esemplare messo all’asta partiva da 52.000 euro.
La FP1 è diventata un pezzo da collezione. Come certi vini, invecchiando ha aumentato il suo valore. I motociclisti la cercano, ne parlano nei forum, più che altro se la immaginano perché pochi possono dire di averla vista, tantomeno di averla guidata davvero.
Il colore turchese la rende riconoscibile a prima vista. La linea è ancora moderna, nonostante siano passati vent’anni. Sembra una moto aliena, diversa da tutto il resto. Forse era troppo avanti per i suoi tempi. O forse era solo una moto sbagliata.
La Petronas FP1 resta così, sospesa tra mito e realtà. Una moto maledetta, troppo bella per essere dimenticata, troppo sfortunata per aver lasciato il segno in pista. Ha brillato (e nemmeno troppo) per poco tempo, la sua leggenda in negativo resta impressa nella memoria degli appassionati.