Nel panorama delle due ruote sta per abbattersi un uragano silenzioso che arriva dal Canada, ma non tutti sembrano pronti ad accoglierlo.
Il ritorno di Can-Am nel mondo delle moto ha il sapore delle grandi occasioni mancate. Un marchio storico che negli anni ’70 faceva sognare i centauri di mezzo mondo torna in scena con due modelli elettrici che sulla carta hanno tutto per far tremare i colossi del settore.
Ma c’è un problema: il mondo dei motociclisti è fatto di passioni viscerali, di rombi che scuotono l’asfalto, di vibrazioni che attraversano il corpo. E l’elettrico, si sa, di tutto questo non ha nulla. Sarà così anche in futuro? Cerchiamo di capirlo insieme.
Eppure i numeri parlano chiaro. La nuova Pulse, una naked dal design che strizza l’occhio al futuro, promette fino a 160 chilometri di autonomia in città. La Origin, sua sorella adventure, non è da meno con 145 chilometri. Niente male per delle moto che pesano quanto una media cilindrata tradizionale. Il segreto sta in quella batteria da 8.9 kWh, raffreddata a liquido come il motore di una sportiva.
La tecnologia non si ferma qui. Can-Am ha pensato a tutto: un display touch da 10 pollici che sembra uscito da un’auto di lusso, un sistema di recupero energia in frenata che si regola con un movimento del polso, persino un’app dedicata per tenere sotto controllo ogni aspetto della moto. Il forcellone monobraccio nasconde una catena protetta che promette di durare più a lungo di quelle tradizionali.
La Origin, poi, non ha paura di sporcarsi. Ruote da enduro, sospensioni generose, un’altezza da terra che farebbe invidia a qualsiasi maxi enduro. Si può scegliere tra sei modalità di guida diverse, dall’asfalto al fuoristrada più impegnativo. La Pulse, invece, gioca la carta della praticità urbana, con un’altezza sella che permette a tutti di toccare terra con sicurezza.
I prezzi? Partono da 16.999 euro per la Pulse e 17.599 per la Origin. Non proprio economiche, ma allineate con le endotermiche di pari categoria. La vera sorpresa è che le versioni da 11 kW, guidabili con la patente A1, costano quanto quelle più potenti da 35 kW. Cambia solo la coppia, ma autonomia e velocità massima restano identiche.
Ma torniamo al problema iniziale. Gli appassionati storceranno il naso di fronte a queste moto silenziose? Probabilmente sì. Come quando arrivarono le prime auto elettriche, c’è chi proprio non riesce a immaginare un futuro senza il rombo di un motore. Eppure Can-Am ha fatto una scelta coraggiosa: invece di nascondere la natura elettrica delle sue moto, l’ha esaltata. Il pacco batterie giallo fluorescente diventa un elemento di design, come a dire: siamo diverse, e ne andiamo fiere.
La vera domanda non è se queste moto sono all’altezza delle aspettative. La vera domanda è se il mondo delle due ruote è pronto per una rivoluzione così radicale. Il tempo, come sempre, darà la sua risposta.