Tra la fine degli anni Ottanta e i Novanta c’era una crossover giapponese che spopolava. Ed è un mito che però in pochi ricordano.
Gli anni Ottanta furono quelli che in Italia videro un trionfo delle moto sportive ed enduro. Da una parte perché cominciavano ad arrivare su strada le prime repliche dei bolidi che sfrecciavano nel motomondiale, con gli italiani sempre più protagonisti. Dall’altra perché erano gli anni d’oro di una delle corse più pericolose e affascinanti, la Parigi-Dakar. L’Italia “paninara”, ma anche quella semplicemente “giovane”, aveva quindi le idee chiare in fatto di due ruote.
C’era però una costante nei vari segmenti, ed era il dominio delle moto giapponesi. Oggi la concorrenza è forte, con i marchi italiani che sono sempre più all’avanguardia e ne mettono a rischio il dominio. All’epoca invece sembrava quasi non ci fosse storia, tanto era il vantaggio (anche tecnologico) delle case del Sol Levante.
In ogni categoria, c’era almeno in particolare una Honda che dettava il passo alla concorrenza. Se negli anni Novanta fu la Hornet uno dei pilastri del segmento delle naked, alla fine del decennio precedente ce n’era un’altra che invece fu l’antesignana delle crossover che spopolano oggi. Ed è la Dominator.
Honda e la crossover che ha fatto la storia
La denominazione esatta era Honda NX 650 Dominator, ma tutti la chiamavano semplicemente Dominator. Un crossover che all’epoca fece scalpore, perché non solo era maneggevole si strada, ma si comportava bene anche sui terreni più insidioso. Merito di un telaio e di una ciclistica all’avanguardia per l’epoca.
Era il 1988 quando fece la sua prima apparizione sul mercato, e immediatamente fu amore a priva vista, in particolare col pubblico italiano. Basti pensare che la produzione andò avanti fino al 2002 ma già nel 1994 la Honda decise di spostare la fabbrica proprio nel nostro Paese, ad Atessa. Sicuramente il mito è stato alimentato da diversi fattori. Il primo quello delle sue “imprese”: infatti con pochi accorgimenti questa crossover ha partecipato a corse mitiche come la Camel Marathon Bike Perù nel 1989 e la Parigi-Dakar nel 1993. Ma ancora oggi, a tanti anni di distanza dal suo ultimo modello prodotto, viene utilizzata in numerosi “viaggi-avventura”.
La Dominator ha nel suo cuore un monocilindrico da 644 cm3 4 valvole, che le permettono di raggiungere prestazioni di tutto rispetto e anche buoni consumi (intorno ai 18-20 km/l in extraurbano). Ma soprattutto si caratterizza per l’affidabilità assoluta, l’agilità e la versatilità di utilizzo. Ma anche un mito del genere ha i suoi difetti, a partire dallo scarso spazio per il passeggero, oltre alle vibrazioni tipiche del monocilindrico. E poi c’è anche da citare una velocità di crociera piuttosto bassa (110 km/h).
Ancora oggi è un pezzo molto ricercato questa crossover. Prodotta in tre versioni (la prima con un serbatoio da 13 lt e una sella leggermente corta, la seconda con dimensioni più grandi e anche soluzioni tecniche diverse), si trova sul mercato con prezzi che arrivano fino a 2000 euro. E non capita troppo di rado di trovarne alcune con pochi chilometri e perfettamente conservate.