Il rider della Yamaha, Fabio Quartararo, è sprofondato in una crisi inaspettata. In vista del futuro ha una sola speranza.
Dopo aver vinto il mondiale nel 2021 e aver lottato sino all’ultimo Gran Premio della scorsa annata, neanche il più pessimista avrebbe potuto immaginare una prima parte di 2023 così disastrosa per Quartararo. L’ampio margine di 91 punti su Pecco Bagnaia si era dissolto, nella seconda metà dello scorso campionato, soprattutto a causa delle scarse performance della M1.
Preoccupato per gli annosi problemi della moto del diapason, il francese ha pregato i tecnici per avere maggiore potenza. La M1 nel 2023 ha fatto ulteriori passi indietro, risultando poco bilanciata nei tratti guidati e piuttosto lenta sui rettilinei. Il mismatch prestazionale con la Ducati è emerso già nelle primissime gare. La Rossa di Borgo Panigale ha fatto dei passi in avanti, mentre la M1 è diventata il fanalino di coda della graduatoria costruttori.
In tal senso ha pesato come un macigno l’assenza di una squadra satellite. Nelle ultime due annate la casa di Iwata ha potuto sfruttare l’esperienza di Valentino Rossi e Andrea Dovizioso. Sebbene i centauri italiani non abbiano colto risultati di spessore hanno avuto un peso nell’economia della crescita del team factory. Quartararo e Morbidelli sono rimasti soli contro un’armata di 8 Desmosedici. La Yamaha è l’unico costruttore nella classe regina ad avere solo 2 moto in pista.
Fabio ha strappato soli 6 punti in più del suo teammate, occupando l’undicesima piazza in classifica. Gode, naturalmente, di un credito diverso rispetto all’italo brasiliano. Franco è stato appiedato e dovrà trovarsi un nuovo box nel 2024. Gli unici podi di questa complicata annata sono merito di sporadiche iper prestazioni del nativo di Nizza. Sul tracciato texano del COTA Fabio è salito sul terzo gradino del podio. Si è ripetuto con una medaglia di bronzo nella Sprint Race in Olanda sull’iconico tracciato di Assen.
Il campione del mondo 2021 ha chiaro quale è il problema della sua M1. Prima di tutto il primo patema è legato al motore e alla top speed. Sul tracciato di Silverstone il centauro è stato sverniciato dagli avversarsi con eccessiva facilità. Si tratta “forse di 10 km/h, nonostante l’enorme aerodinamica che utilizzano, se noi avessimo la stessa aerodinamica, saremmo 5 km/h più lenti. Quindi ci sarebbero 15 km/h di differenza e ciò vuol dire che il motore è lento“. Il commento di Fabio a Speedweek.com è preoccupante.
Nonostante l’arrivo di nuovi ingegneri e motoristi come Marmorini, la M1 è dotata ancora di un motore più lento rispetto ai principali competitor. Si potrà lavorare anche sul telaio o un nuovo scarico, ma finché la Yamaha non avrà una potenza pari a quella di Ducati, Aprilia e KTM El Diablo sarà sempre limitato. Tutte le moto giapponesi sono scivolate in fondo alla classifica, come hanno esplicitato con un social dissing Marc Marquez e il numero 20 della Yamaha, ma ora è tempo di rimboccarsi le maniche e tornare ai piani alti della graduatoria.