Quando si porta la propria moto a fare la revisione cosa viene controllato? Ecco perché bisogna stare attenti altrimenti si paga tantissimo.
Sia per le moto, sia per le auto, la revisione è imprescindibile pena una multa salata, in pochi però sanno di cosa si tratti effettivamente. Il Codice della Strada, all’articolo 80, impone il controllo dopo quattro anni dalla prima immatricolazione e in seguito trascorso un biennio.
Il primo passo che viene compiuto è perlopiù amministrativo, ovvero si verifica che il libretto sia coerente con i dati rilasciati alla Motorizzazione e che il numero di telaio corrisponda. Dopodiché si procede con le operazioni più tecniche, analizzando tutto a partire da specchietti e luci. Qualora qualche elemento dovesse risultare non funzionante, il mezzo dovrà ripetere la revisione. Lo stesso dicasi in caso di mancato superamento del test sui gas inquinanti. Tale prova viene realizzata accendendo la moto e inserendo nello scarico una sonda a sua volta connessa ad un computer. Per essere a norma il livello di anidride carbonica dovrà attestarsi al di sotto dei 4,5 al regime minimo di giri motore.
Altrettanto cruciale è la prova di frenata. Messo su un banco dinamico con rulli il motociclo viene pesato. Qui deve dovrà risultare corretto il bilanciamento sui due assi. Una morsa blocca la ruota anteriore, in modo che l’addetto possa verificare il freno posteriore, in seguito si fa l’opposto. In ultimo si appura la rumorosità del clacson attraverso un fonometro posto sette davanti al veicolo. Per l’approvazione il suono non potrà essere al di sotto dei 93 decibel.
Revisione moto, cosa si rischia se la si salta
Nel caso di una bocciatura, si ha tempo trenta giorni per adeguarsi. Attenzione però, in tale lasso di tempo non si potrà ne viaggiare in autostrada, né espatriare. Inoltre bisognerà sempre portarsi dietro la documentazione che attesta la necessità della ripetizione.
Se si riceve l’esito “sospeso”, significa al contrario che la moto non può circolare, se non verso l’officina per effettuare la manutenzione, o verso il centro di revisione. Di solito questa etichetta viene data ai mezzi che risultano inquinanti o poco sicuri.
Recandosi in Motorizzazione, il costo dell’operazione è di 45 euro, nelle officine autorizzate, invece, la somma sale a 78,75 euro.
Il consiglio prima di recarsi in sede è di fare un check del portatarga, del catadiottro posteriore, oltre che dei vari comandi. Qualora si venisse fermati dalle forze dell’ordine senza aver fatto la regolare revisione si andranno a sborsare dai 173 ai 695 euro. Se poi si è recidivi le somme raddoppiano. Inoltre per gli habitué è previsto anche il blocco alla circolazione fino ad avvenuta attestazione.
Se invece si dispone di un ciclomotore la storia è più complicata. Il primo gradino da superare riguarda la prova di velocità dinamica al banco per assicurarsi che non si eccedano i 45 km/h. Durante questo esercizio viene anche testato il freno di stazionamento.
Infine per le moto d’epoca occorre essere provvisti di certificato che attesti appunto l’interesse storico del mezzo. Anche per loro la scadenza avviene ogni due anni. In generale qui i criteri sono meno severi. Ad esempio quelle pre-1960 non sono tenute a misurare le emissioni.