Da tempo gli italiani hanno a che fare con il caro carburanti. La situazione non sembra destinata a migliorare in tempi brevi.
Sin da inizio anno il caro carburanti rappresenta una realtà con cui gli italiani devono convivere, resa ancora più forte dall’eliminazione del taglio delle accise. Quest’ultimo era stato uno dei provvedimenti simbolo del governo di Mario Draghi, poi tagliato dall’esecutivo Meloni.
Pur trattandosi di un vantaggio minimo (permetteva di risparmiare circa 30 centesimi al litro), gli automobilisti riuscivano ad avvertire in misura minore il momento del rifornimento come un vero e proprio salasso, fenomeno che non è stato ancora eliminato del tutto.
A farne le spese sono stati certamente i gestori, a maggior ragione quelli che si trovano in autostrada. Sempre meno persone, infatti, decidono di fare il pieno qui, ben sapendo quanto il costo sia superiore.
All’orizzonte, non ci sono buone notizie. Agosto è ormai alle porte e resterà per definizione il periodo in cui la maggior parte degli italiani si metterà in viaggio per raggiungere la località scelta per le proprie vacanze. Chi ha deciso di restare in Italia quasi sicuramente utilizzerà l’auto o la moto per i propri spostamenti, ma il timore di dover avere a che fare con il caro carburanti non può che essere forte.
Chi sperava in un’attenuazione dei costi per venire incontro alle esigenze degli automobilisti è destinato però a mettersi il cuore in pace. Come da tradizione, in concomitanza con l’esodo estivo si registrerà l’ennesimo aumento.
La situazione sarà trasversale: già da giovedì 27 luglio 2023, sono aumentati di 1 centesimo al litro sia la benzina sia il diesel (i primi a farlo sono stati Eni e Tamoil), ma il rincaro potrebbe proseguire ancora.
I prezzi sono alle stelle soprattutto per il servito: in media la benzina è disponibile a 2,018 euro/litro, con le compagnie che oscillano tra 1,966 e 2,087 euro/litro, mentre il gasolio costa in media 1,871 euro/litro, con i singoli player tra 1,826 e 1,938 euro/litro. In Autostrada, il prezzo è letteralmente esploso arrivando a 2.2 euro/litro per la benzina al servito.
Non è così difficile individuare quali possano essere le cause del caro carburanti, che incombe proprio in un periodo in cui tanti italiani faranno centinaia di chilometri. A condizionare il quadro generale è il prezzo del petrolio, condizionato da inizio giugno dalla decisione dell’Opec+ di estendere i tagli alle estrazioni per 3,66 milioni di barili al giorno (bpd) fino alla fine del 2023 e di altri 1,4 milioni di bpd nel 2024.
Il Brent, benchmark di riferimento nel mercato petrolifero europeo – oscilla tra gli 83 e gli 84 dollari al barile ($/b). La situazione, secondo gli esperti di settore, è però tutta in divenire e potrebbe cambiare ancora.