Doppio dramma per una famiglia nel Trevigiano: dopo la tragica morte del figlio in un incidente, ora la richiesta beffa
Ci sono state un’inchiesta e un patteggiamento, con conseguente condanna. Ma soprattutto c’è la tragedia di una famiglia che ha perso un figlio ancora minorenne e ora è costretta a rivivere quel lutto dopo una richiesta assurda.
Tutto è cominciato il 22 maggio 2022, quando il diciassettenne Davide Pavan stava percorrendo con il suo scooter una strada di Paese, nel Trevigiano, Stava rientrando a casa ma non ci è mai arrivato, travolto e ucciso da una macchina che sopraggiungeva in senso opposto.
Alla guida, un giovane agente della polizia, Samuel Seno che dopo l’incidente si era fermato subito sul posto. I controlli successivi avevano stabilito con certezza il suo superamento del tasso alcolemico consentito per guidare, con valori decisamente alti.
E da poco l’agente ha patteggiato una pena pari a 3 anni e 6 mesi dopo che gli sono state riconosciute le attenuanti generiche. Inoltre i suoi avvocati stanno cercando di ottenere una misura alternativa alla detenzione, perché sopra i 3 anni dovrebbe andare in carcere. In più nel frattempo è anche tornato al servizio presso la polizia.
Questo prevede la legge, ma c’è anche un ultimo capitolo paradossale e inquietante. Nei giorni scorsi infatti ai genitori di Davide, Claudio e Barbara, è arrivata una richiesta che ha riaperto una ferita in realtà mai rimarginata.
Una fattura di 183 euro per la “Bonifica dell’area con smaltimento dei rifiuti e assorbente per sversamento liquidi”, come si legge. In pratica il Comune ha chiesto alla famiglia di sostenere le spese per la pulizia nel luogo in cui era avvenuto il tragico incidente. Come a dire che ancora una volta, perché non è la prima, la burocrazie riesce ad essere più forte di tutto e passa anche sopra al dolore.
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I genitori di Davide sono rimasti fin da subito sconcertati per la richiesta inattesa e inaudita. Così hanno deciso di denunciare il loro disagio al Corriere del Veneto che ha raccolto il loro sfogo e reso pubblica la vicenda.
Come ha spiegato la mamma, quella somma è destinata a pagare i costi della rimozione dei rottami e la rimozione della segatura che era stata buttata per terra. Doveva coprire i liquidi del motore rimasti sull’asfalta ma anche il sangue di Davide. Davvero troppo per due genitori che in realtà già nel recente passato avevano dovuto affrontare altro.
Poco dopo l’incidente infatti era arrivata una raccomandata che li avvisava del dissequestro dello scooter al termine delle indagini. Ma intimava anche di andarlo a ritirare subito perché altrimenti avrebbero dovuto pagare una penale crescente per ogni giorno di ritardo.
E non è tutto. La fidanzata del figlio non ha potuto costituirsi parte civile perché non è previsto dalla legge. Erano ‘semplicemente’ fidanzati senza un legame stabilito dalla legge e non era una parente di Davide, quindi è rimasta esclusa.
Una duro colpo dopo l’altro per la famiglia che contesta anche la morbidezza del reato di omicidio stradale: “Ancora troppo indulgente con coloro che causano incidenti. Tuttavia, è l’intero sistema che presenta gravi lacune, e la fattura per la bonifica rappresenta solo uno dei tanti esempi. In questi sedici mesi, io, mio marito e il fratellino di Davide ci siamo sentiti abbandonati”, racconta la mamma.