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Più che una Vespa, è una vera e propria moto: che potenza, gli ingegneri hanno esagerato

Gli ingegneri hanno esagerato. La nuova Vespa ha una potenza incredibile. Sembra una vera moto.

Simbolo della bella Italia che sapeva godersi la vita e voleva riprendersi con gli interessi quello che le era stato sottratto dalla Seconda Guerra Mondiale, la Vespa non è mai passata di moda, anzi, al contrario, nonostante lo Stivale sia ormai sofferente da tempo e abbia perso quello spirito di spensieratezza che lo caratterizzava, continua ad amarla e a utilizzarla per effettuare i brevi spostamenti. A fronte di una risposta ancora buona da parte degli amanti delle due ruote, Piaggio non ha mai smesso di rinnovarla  avvicinandola alle nuove esigenze.

Più che una Vespa, è una vera e propria moto: che potenza, gli ingegneri hanno esagerato (Pixabay) – Nextmoto.it

Negli ultimi anni ne ha proposte di vario genere, alcune pure in edizione speciale dedicate a noti personaggi della Disney come Topolino, in questo caso, però, ha voluto fare qualcosa di diverso, ovvero rendere quello che banalamente può essere definito uno scooter, una vera e propria moto. Come? Ovviamente la ricetta è semplice. Agli ingegneri del costruttore di Pontedera è bastato intervenire sulla prestazione, introducendo alcuni dettagli tecnici capaci di fare la differenza.

Alla scoperta della Vespa PX, grazie ad una frizione speciale va anche in pista

Pur essendo fuori produzione la Vespa PX è ad oggi ancora molto ricercata nelle cilindrate 125 e 150, ma soprattutto nella versione PE 200.  Per coloro che ambiscono a portarla in circuito come fosse una normale motocicletta e a divertirsi a gas a manetta, la Polini ha realizzato una frizione ad hoc denominata HT For Race, il cui funzionamento è opposto a quello più comune, ossia la sezione connessa all’albero motore è il mozzo interno e non più la campana esterna.

Alla scoperta della Vespa PX, grazie ad una frizione speciale va anche in pista (Polini) – Nextmoto.it

A caratterizzarla è la campana in alluminio e dimensioni in grado di sviluppare potenze maggiori a fronte di dischi in alluminio ad otto denti con superficie più ampia.  Allo stesso modo vi è l’opportunità di regolare il carico della molla e di scegliere la dentatura dell’ingranaggio primario, così da poter scegliere le marce a seconda del bisogno. Disponibile in cinque varianti, a denti dritti o elicoidali, a differire sono proprio il numero di denti e la tipologia di ingranaggi. Acquistare questa componente per modificare le performance del proprio mezzo comporta una spesa di 328 euro. La cifra rimane tale per qualsiasi versione si scelga.