Un inizio di stagione entusiasmante per la MotoGP ma c’è chi mette tutti in guardia su un rischio in agguato
La MotoGP è una categoria di spicco nel motociclismo e nel motorsport in generale. La classe regina del motomondiale si è sempre contraddistinta per lo straordinario numero di talenti presenti in essa, così come i prestigiosi marchi che ne hanno sempre fatto parte.
Come Ducati, campione del mondo in carica, Honda, Yamaha e molti altri. Grazie a questi due principali fattori lo spettacolo non è mai mancato, e promette di esserci a volontà anche nel 2023.
Tanto ha fatto anche l’aggiunta ad ogni week end di gara delle Sprint Race, novità che è stata accolta dal pubblico e da molti piloti, a partire dal campione in carica Francesco Bagnaia. Ma non tutti hanno apprezzato queste gare, che sono notevolmente meno lunghe rispetto al GP principale.
MotoGP, allarme incredibile
Proprio le Sprint Race allarmano più di un addetto ai lavori. Ricordiamo infatti come, soprattutto a Portimao, questo format abbia dato vita a qualche contatto di troppo; il più grave avvenuto è quello fra Luca Marini ed Enea Bastianini, che ha relegato ad un infortunio il secondo, ma anche il contatto fra Joan Mir – caduto – e Fabio Quartararo. Insomma, una corsa che non piace esattamente a tutti. E Stefan Bradl, al momento, è quello che ha dato il parere più negativo in assoluto a riguardo.
Ai microfoni di Speedweek, il collaudatore della Honda si è detto convinto che i piloti rischino davvero grosso di qui in avanti: “In Argentina mancavano cinque piloti causa infortunio, il che è un dato terribilmente negativo. Temo che quando si farà ritorno in Europa avremo altri incidenti a causa delle Sprint Race. I piloti sono costretti ad andare al massimo già nella seconda sessione di prove libere. Sono costantemente sotto stress e costretti a dare sempre il 110%”.
Stefan Bradl ha quindi criticato fortemente il nuovo format targato MotoGP, che si è ispirata non poco a quanto fatto a partire dal 2021 da parte della Formula Uno. Di sicuro l’augurio è quello che, appena si farà ritorno in Europa, la condizione legata alle competizioni non sia così grave.
Una situazione da monitorare al meglio, anche con penalità più severe, per evitare che episodi come quelli accaduti al Gran Premio di Portogallo si ripetano con tanta costanza e pericolosità. Vedremo nei prossimi appuntamenti se cambierà qualcosa. Nella speranza che le parole di Stefan Bradl non diventino una triste realtà.