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MotoGP

Questo piccolissimo centauro oggi è una leggenda della MotoGP: lo riconoscete?

Questo piccolissimo centauro oggi è una leggenda della MotoGP: lo riconoscete? Nessuno lo avrebbe mai detto, è un campione

Ci sono sportivi famosi che non decidono fin da piccoli quale sarà il loro futuro. Ma i piloti del Motomondiale e in particolare della MotoGP sono diversi, perché molti di loro partono già con le minimoto. Come questo piccolissimo centauro che oggi è una leggenda.

Questo piccolissimo centauro oggi è una leggenda della MotoGP – NextMoto.it

Difficile riconoscerlo, così piccolo e così bardato. Ma un primo indizio arriva dal casco che riporta il suo nome. Insomma, il suo nome di battesimo scritto in italiano: anche se in realtà la sua lingua madre è un’altra, la nostra lingua la parla molto bene.

Dai, un altro indizio: ha corso nel Motomondiale con diversi marchi italiani, sia Aprilia che Ducati. Ecco, probabilmente ci siete arrivati: stiamo parlando di Jorge Lorenzo che dalla sua Palma di Maiorca è partito per dominare il mondo.

Classe 1987, già a 4 anni era in sella facendo tutti i passaggi classici: minimoto, minicross delle Baleari e coppa Aprilia vinta con una moto 50 nel 1998 e una 125 nel 1999. Il resto è storia: nel 2006 e 2007 è stato campione del mondo in 250, nel 2010, 2012 e 2015 in MotoGP.

Questo piccolissimo centauro oggi è una leggenda della MotoGP: una carriera invidiabile

Oggi Jorge Lorenzo non prova la stessa adrenalina di quando correva nel Motomondiale, ma dopo essersi preso molto tempo per riflettere ha deciso di ripartire dalle quattro ruote. Lo scorso anno ha corso nella Porsche Carrera Cup Italia, con un primo piazzamento in Top10 a Vallelunga e ha altri grandi progetti.

Tutto è nato da un incontro con Gerhard Berger, ex pilota Ferrari che oggi è capo del DTM. Jorge era stato ospite del campionato di serie tedesco in occasione della tappa al Red Bull Ring. Come ha spiegato lo spagnolo all’emittente tedesca Ran “mi hanno invitato qui e sono molto felice di aver conosciuto questo grande campionato. Ne ho sentito parlare molto bene e volevo vedere com’è effettivamente”.

Jorge Lorenzo ha smesso 4 anni fa – NextMoto.it

Ma ha anche aggiunto che se Berger lo invitasse a fare un test ufficiale nel DTM, accetterebbe subito. Un modo per imitare ancora più da vicino Valentino Rossi che oggi corre nell’Endurance:

“Ora che siamo troppo diventati vecchi per le moto, potremmo continuare queste battaglie con le auto. Il mio rapporto con Vale è molto migliore ora che non siamo più in competizione. Forse un giorno ci ritroveremo di nuovo su una pista”.

Jorge Lorenzo e Valentino Rossi nemici-amici: ecco la verità sul fattaccio del 2015

Dopo che Valentino Rossi ha appeso il casco al chiodo sono riaffiorati tutti i ricordi. Compresi quelli legati alla stagione 2015. Poteva essere quella del decimo titolo mondiale per entrare ancora più nella leggenda, ma alla fine di quella stagione vinse Jorge Lorenzo.

Tutti ricordano le feroci polemiche per il contatto tra Valentino e Marc Marquez a Sepang e la penalizzazione che costrinse il ‘Dottore’ a partire per ultimo a Valencia. Così consegnò il titolo al suo compagno di team in Yamaha e il più felice di tutti fu propri Marquez. A distanza di sei anni anni, Jorge Lorenzo aveva svelato tutto.

Intervistato da DAZN, il campione maiorchino ha individuato anche la genesi di quella rivalità così furiosa. In Argentina ad inizio stagione c’era già stato un contatto, con Marquez a terra ma senza penalità per Rossi. Il vero ‘fattaccio’, nell’ultimo giro del GP d’Olanda ad Assen.

Affrontando la chicane finale, Marc attaccò Valentino con una staccata ben oltre il limite dando una carenata alla Yamaha del rivale. Rossi per non cadere tagliò la curva e vinse, con la giuria che non lo penalizzò.

Valentino Rossi e Jorge Lorenzo – NextMoto.it

“Da quel momento Marquez non voleva più che Valentino vincesse il Mondiale”. Così, prima ancora di Sepang nel GP d’Australia a Phillip Island c’era stato il palese ostacolo di Marquez nei confronti di Rossi per far scappare Lorenzo. E in Malesia arrivò la resa dei conto finale che però costò il titolo solo al pesarese.