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Moto

Piccole, economiche ed immortali: queste moto sono ancora una gemma oggi, che affari

Alcune tipologie di moto, alla portata di tutti e dalle dimensioni più minute del solito, stanno tornando in auge dopo un passato glorioso.

Chi è realmente appassionato di moto deve conoscere tutta l’intera gamma a disposizione prima di poter scegliere il veicolo più adatto a lui. C’è chi ha bisogno di un mezzo semplice ma compatto che possa fargli evitare il traffico cittadino, puntando dunque su scooter o ciclomotori di bassa cilindrata. Chi invece ama l’avventura e la guida sportiva e preferisce affidarsi ad una cruiser o ad un modello enduro.

Piccole, economiche ed immortali: queste moto sono ancora una gemma oggi, che affari (Pixabay) – Nextmoto.it

Ovviamente, come per il mercato delle auto, anche quello relativo alle moto segue le tendenze e le richieste del grande pubblico. Per esempio vi sono tipologie di veicoli che hanno subito un lento declino, come i cosiddetti ‘cinquantini‘, protagonisti di un grande successo negli anni Sessanta, quando non servivano neanche casco e patente per essere guidati.

Negli anni Settante invece per la maggiore andò un’altra tipologia di moto: le mini-bike, ciclomotori dalle dimensioni ridotte, dai costi assolutamente contenuti e persino trasportabili facilmente nel baule di un’automobile. Una piccola grande storia che oggi è finita nel dimenticatoio, anche se l’azienda Di Blasi ha provato a rilanciarne un modello in formato elettrico. Ma andiamo a riscoprire la storia delle mini-bike di maggior rilievo.

La storia delle mini-bike nei suoi modelli più iconici

Tra i marchi di maggior rilievo ad aver prodotto mini-bike c’è la Benelli, che divenne celebre per l’esportazione in massa di questi modelli negli USA, dove furono venduti nei grandi magazzini. Tra le tipologie si ricordano la mini-bike del 1967, con 3 marce e ruote da 3,5-8. Mentre dal 1970diventò a 4 marce e le ruote passarono a 3-10.

La storia delle mini-bike nei suoi modelli più iconici (foto google) – Nextmoto.it

Impossibile dimenticare il Garelli, col tipico colore arancio. In particolare il Katia elettrico, costoso per l’epoca (prezzo di listino 330.000 lire), ma incapace di superare i 28 km/h di velocità ed i 50 di autonomia: prestazioni che lo rendevano adatto solo negli stabilimenti e nelle fiere.

Un pezzo da museo, esposto persino al MOMA di New York, è l’Italjet; un veicolo completamente in plastica, con il motore identico a quello del Ciao della Piaggio. Mitico quanto i modelli di Negrini, la casa italiana che lanciò il trittico Boomerang, Life e Big.

Ed ancora, il Tanga pieghevole della Omer, un vero mito anni Settante utilizzabile da chiunque. Oppure la Giulietta di Peripoli, a ruote basse e con motore Morini Turbo a 4 marce e 5 CV di potenza. La casa Motron invece partì producendo scooter di qualità come lo Scorpion ed il Monster, per passare poi alle mini come la storica SA di inizio anni ’80.

I modelli anni 70-80 di mini-bike (foto Subito.it) – Nextmoto.it

Chiudiamo con la mini-bike forse più nota di tutte: Super Rocket della Fantic Motor, che ebbe vita breve (dal ’72 al ’76) ma che oggi viene rivalutato come un pezzo tradizionale e sottovalutato.