La storica casa produttrice italiana ha il suo bel da fare nell’affrontare una situazione difficile: sentiamo perchè i sindacati sono scesi sul piede di guerra contro l’azienda.
In questi ultimi anni, non sono mancati momenti di tensione tra i brand che costruiscono automobili e le case produttrici di automobili. L’esempio più eclatante è quello degli scioperi di fine 2023 condotti dal sindacato United Automobile Workers: queste manifestazioni hanno fatto perdere così tanto denaro a Stellantis, General Motors e Ford da costringere le case ad una spending review che ancora non è stata completata a dovere.
Anche nel nostro paese non mancano contesti in cui i sindacati sono tutto meno che felici dell’operato delle case produttrici. Il recente caso delle tensioni tra il Governo Meloni e ancora una volta Stellantis, accusato di voler portare la produzione di molte vetture all’estero, è il più chiacchierato ma di certo non è l’unico da seguire con attenzione.
In queste ore in effetti anche il brand Piaggio, un colosso italiano capace di fatturare miliardi ogni anno grazie alle sue due ruote storiche che si vendono come il pane in tutto il mondo, sta avendo i suoi dissidi con operai e sindacalisti. Ma per quale ragione? La risposta ve la possiamo dare subito, cercando di ricostruire queste ultime ore molto frenetiche.
Piaggio, c’è tanta tensione: ecco che succede
L’Unione Sindacale di Base romana avrebbe in queste ore criticato Piaggio per quanto accaduto in uno stabilimento specifico del marchio, quello toscano di Pontedera dove sarebbero a rischio oltre un centinaio di posti di lavoro a causa di alcuni tagli al personale. La questione, che va avanti ormai da ore, ha al centro un procedimento molto popolare tra le aziende.
La ditta italiana avrebbe avviato la procedura di mobilità – un sistema per facilitare l’assunzione in altri posti di lavoro di dipendenti licenziati da una specifica azienda – per 110 dipendenti tra cui 80 operai e 30 impiegati, una decisione che non è piaciuta ai sindacati anche a fronte del fatto che l’azienda non starebbe investendo sulle assunzioni.
“Siamo contenti per chi avrà il tanto sperato posto fisso, ma non lo siamo per la mercificazione che ogni anno viene fatta sui contratti a termine, come ogni anno qualcuno rimane fuori, come ogni anno vedremo il ricatto di lavoratori su flessibilità e disponibilità illudendoli con la speranza del posto fisso”, si legge su Today in merito all’avvicendamento di personale nella struttura.
In poche parole, a fronte di 110 persone che non lavoreranno più per l’azienda in questo stabilimento, ne stanno entrando appena 40, una cosa che la USB non ha apprezzato: “Gli operai Piaggio devono fare capire a chi vuole tagliare la democrazia e la partecipazione che non sono disposti a vendere i propri diritti”, chiude il comunicato molto duro del sindacato.