La storia delle due ruote nasconde una sorpresa: il ciclomotore più venduto in Europa non è nessuno dei più famosi modelli Piaggio.
Si fa presto a dire Vespa, Liberty, e tutti gli altri grandi nomi che stanno nel listino Piaggio. No, lo scooter più venduto d’Europa non è nessuno di quelli contemporanei, ma è uno scooter storico. E, sorprendentemente, non è nemmeno il mitico Ciao che qui in Italia ha segnato un’epoca e praticamente chiunque ha guidato prima o poi nelle vita.
No, il campione assoluto è un piccolo francese, protagonista assoluto della motorizzazione d’Oltralpe. Nel 1949 le strade francesi videro spuntare un mezzo strano: sembrava una bicicletta con un motore attaccato. Pesava solo 28 chili e andava piano, neanche 30 all’ora. I francesi la chiamarono subito “Mob”. Costava poco, consumava niente. Gli operai la compravano per andare in fabbrica, i contadini per raggiungere i campi.
La piccola che ha cambiato tutto
Il 1955 fu l’anno della svolta. Gli ingegneri Motobécane inventarono il Mobymatic, un cambio che funzionava da solo. Niente leve, niente frizione: bastava girare la manopola del gas: i francesi ne andarono pazzi. In pochi anni ne comprarono un milione.
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Gli anni Sessanta portarono un boom ancora più incredibile. La fabbrica non si fermava mai. Ogni giorno uscivano centinaia di Mobylette nuove. Motori sempre più affidabili, telai più robusti. Nel 1969 produssero 850.000 pezzi. Il Piaggio Ciao, nato in quegli anni, ne ha fatti 3 milioni in tutta la sua storia.
La Mobylette aveva un segreto: era semplice come una bicicletta. Chiunque poteva usarla. Non si rompeva mai. Se succedeva qualcosa, bastava un cacciavite per aggiustarla. Il prezzo? Quello di un vestito buono.
Gli anni Settanta portarono i primi problemi. Le moto giapponesi iniziavano a invadere l’Europa. La Motobécane provò a fare modelli più potenti e lussuosi. La Mobylette 89 e 98 avevano motori più grossi, cambio a 5 marce. Un flop totale: ne vendettero solo 5.000.
La gente voleva la Mobylette classica, quella di sempre. Leggera, economica, indistruttibile. Come un paio di jeans che non passa mai di moda.
Gli anni Ottanta furono durissimi. Le nuove regole antinquinamento costavano care. I giapponesi vendevano scooter moderni a prezzi stracciati. Nel 1981 la Motobécane chiuse i battenti. La Yamaha comprò tutto, creando la MBK. La produzione continuò ancora per anni, sempre più lenta.
Oggi resta un record incredibile: 14 milioni di Mobylette prodotte. Nessun altro ciclomotore europeo ci è andato vicino. La piccola francese ha motorizzato un continente intero, pedalata dopo pedalata.