Da sempre il verde è il colore che caratterizza la Kawasaki, ma in pochi conoscono il motivo. E’ qualcosa che lascia increduli.
In Italia abbiamo la Ducati il cui colore rosso condiviso con la Ferrari è emblematico di una terra piena di passione per i motori, in Giappone, invece, solo un costruttore può dirsi legato ad una tonalità in maniera inscindibile e quello è Kawasaki il cui verde sgargiante è stato origine anche di due soprannomi, ovvero “verdona” o “ninja”. Basta citare uno dei due per far capire subito a quale moto ci si riferisce.
Ma se per la due ruote di Borgo Panigale la ragione della colorazione è da ritrovarsi in una semplice assegnazione da parte della Federazione Internazionale negli anni 30′ del secolo scorso quando cominciarono le competizioni motoristiche a livello globale, per la nipponica la storia è piuttosto diversa e legata anche alla scaramanzia, al contrario di quanto si possa credere in negativo.
Per andare alle origini del color verde lime che rappresenta le principali moto targate Kawasaki bisogna tornare agli anni ’60. Nata nel 1953 ad Akashi come semplice fornitore di propulsori per motociclette, fu nel 1963 che diventò un’azienda produttrice di moto a tutti gli effetti registrandosi come Kawasaki Motorcycle Co. e come primo progetto lanciò la 125 B8 da motocross.
Entrata nel frattempo nel mondo delle corse, nel 1969 cominciò ad adottare la vernice che l’ha resa iconica. Come molti ambienti anche quello delle gare era scaramantico e il verde nessuno lo voleva vedere perché si diceva portasse sfortuna. In particolare a Daytona non doveva esserci nulla che richiamasse quella tinta. Come si dice sempre, bene o male l’importante è che se ne parli e così agli addetti marketing venne un’idea.
Essendo interessati a rafforzare le vendite americane e disponendo di una filiale sul territorio che aveva bisogno di una spinta, i delegati al reparto commerciale contattarono la sede in Giappone per suggerire l’adozione del verde che, sicuramente avrebbe fatto chiacchierare. La proposta fu ben accolta e di comune accordo le parti decisero di sfidare la sorte e anche il possibile scandalo.
Sul celebre tracciato della Florida, Kawasaki si presentò con due modelli, la A1 RA classe 250 cc e la A7 RA classe 350 cc, provvisti dell’osteggiata livrea. Com’è finita? Che alla fine si misero tutti alle spalle, lanciando poi da lì a poco la F21M da 238 cc, rigorosamente verde.