Le nuove telecamere non si limitano a fotografare chi corre troppo: riconoscono i guidatori che hanno alzato il gomito, segnalando il loro comportamento sospetto alla polizia.
Stavolta non si tratta dei soliti autovelox. Sulle strade del Regno Unito sta succedendo qualcosa di nuovo. Le autorità hanno piazzato telecamere che non si limitano a immortalare le auto che sfrecciano oltre i limiti. No, questi occhi elettronici fanno molto di più: studiano come si muove ogni veicolo, proprio come farebbe un poliziotto esperto. E se notano qualcosa di strano, parte subito la segnalazione.
Le telecamere sono davvero furbe. Osservano se un’auto procede a zigzag, se rallenta all’improvviso senza motivo, se va troppo piano quando potrebbe andare più veloce. Un po’ come quando si nota qualcuno che guida in modo strano e si pensa “ma questo che problema ha?”. Solo che qui non è un’impressione: sono algoritmi sofisticati a notare questi dettagli.
Quando la tecnologia fa da segugio
Devon e Cornovaglia fanno da cavie per questo esperimento. Le loro strade infinite – più di 22mila chilometri – sono il banco di prova perfetto. Quando una telecamera nota un’andatura sospetta, avvisa subito gli agenti appostati poco più avanti. Niente multe automatiche: sono sempre i poliziotti in carne e ossa a fermare l’auto e verificare se chi guida ha bevuto troppo.
L’idea è venuta a un’azienda australiana, la Acusensus. Una storia triste è stata e alla base di tutto: il fondatore aveva perso un amico per colpa di un guidatore distratto dal cellulare. Da quella tragedia è nato qualcosa che potrebbe salvare altre vite.
Certo, qualcuno storce il naso. “È una violazione della privacy”, dicono in molti. Ma il capo di Acusensus UK la vede diversamente: “Un’auto non è casa tua. È un pezzo di metallo che può fare male a qualcuno se non la controlli bene”. Difficile dargli torto.
Il progetto si chiama Vision Zero South West e andrà avanti per tutto dicembre. Un mese per capire se funziona davvero. Le stesse telecamere già oggi beccano chi usa il telefonino o viaggia senza cintura. Ora fanno un passo in più: cercano di prevedere chi potrebbe essere un pericolo per sé e per gli altri.
La polizia locale ci crede molto. “Non possiamo essere dappertutto”, dice il sovrintendente Jenkinson, “ma con questi occhi elettronici sappiamo dove mandare le pattuglie”. Come avere centinaia di agenti in più, ma senza assumere nessuno.
Per ora in Italia non se ne parla. Ma se l’esperimento inglese funziona, non è detto che prima o poi queste telecamere non arrivino anche da noi. Del resto, la tecnologia corre veloce come un’auto in autostrada. E questa volta non per multare chi va troppo forte, ma per fermare chi non dovrebbe proprio mettersi al volante.
A fine dicembre sapremo se questi occhi elettronici hanno fatto la differenza. Intanto, gli inglesi ci guardano e imparano. Come dice un vecchio detto: meglio prevenire che curare. O in questo caso, meglio fermare un guidatore brillo prima che faccia danni.