La storica fabbrica di Mandello del Lario riapre i battenti con la prima V7 della nuova era.
Ci sono nomi che fanno battere il cuore a chi ama le due ruote, e Moto Guzzi è sicuramente uno di quello. Un pezzo di storia e di eccellenza italiana che si è affermata nel mondo e che affronta ogni nuova epoca con un mix davvero inconfondibilità di tradizione e innovazione.
Per la gioia dei guzzisti e non solo, oggi il rombo dei motori torna a Mandello. Dopo quattro anni di lavori, lo stabilimento Moto Guzzi è pronto a scrivere un nuovo capitolo della sua storia. Il sindaco Riccardo Fasoli l’ha annunciato con orgoglio: oggi parte la produzione della V7. Le prime moto usciranno dalla linea come test, mentre i lavori proseguono per gli ultimi ritocchi.
Due gioielli sul lago
Lo stabilimento brilla come nuovo: l’architetto Greg Lynn ha fatto un lavoro incredibile. Gli spazi sono aperti, pieni di luce. Gli operai si muovono tra robot e strumenti digitali. Sembra di essere nel futuro, eppure il cuore pulsante della Guzzi batte ancora qui, proprio come nel 1921.
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Il vecchio cancello rosso è rimasto dov’era, nessuno ha osato toccarlo. Ogni guzzista lo conosce: è il simbolo di casa, il punto di ritrovo per migliaia di appassionati. All’ultimo raduno sono arrivate 30.000 persone in tre giorni. Tutti volevano vedere com’era cambiata la loro fabbrica del cuore.
La nuova Guzzi non è solo una fabbrica, c’è un museo tutto nuovo con 150 moto storiche e un ristorante con vista lago per fare una pausa. Presto apriranno anche un albergo e un centro congressi. L’idea è semplice: chi ama le moto deve sentirsi a casa qui.
La produzione raddoppierà: 40.000 moto all’anno usciranno da queste linee. Numeri impensabili per quella piccola officina di 300 metri quadri dove tutto iniziò. Nel tempo, intorno alla Guzzi sono nate altre aziende: Gilardoni fa i cilindri, Lafranconi i silenziatori. Un intero mondo gira attorno all’Aquila.
A marzo la fabbrica andrà a pieno regime. Giusto in tempo per festeggiare 104 anni di storia. Michele Colaninno aveva promesso che sarebbe stata “la fabbrica più bella d’Europa”. Guardando i nuovi capannoni, viene da dargli ragione.
I lavori finiranno nella primavera 2026. Intanto le prime V7 prendono forma sulla linea di montaggio. Il rombo del bicilindrico a V riempie di nuovo l’aria di Mandello. È lo stesso suono di sempre, solo che ora esce da una fabbrica tutta nuova. Come una vecchia canzone suonata con strumenti moderni.
La scelta di restare qui non era scontata. Eppure la Guzzi non poteva andare altrove. Questo lago, queste montagne, questi operai: sono loro che da cent’anni danno un’anima alle moto dell’Aquila. Ora hanno gli strumenti migliori per continuare a farlo.