Le moto che hanno lasciato il segno a livello tecnico? Sono tante. Ma ecco quale sono state le più importanti della storia delle due ruote.
Ci sono moto che hanno lasciato il segno nella storia delle due ruote. Molte per le proprie linee rivoluzionarie, altre per le soluzioni tecnologiche proposte. Ma sono poche quelle che hanno tracciato un solco col passato, diventando dei veri e propri esempi da imitare. Se torniamo indietro, vediamo che soprattutto tra gli anni Settanta e Ottanta sono state diversi i marchi che con i propri modelli hanno lasciato il segno. Tanto che ancora oggi sono osannati dai fan.
Forse la prima che si ricorda è la Honda CB 750 Four, che propose per l’epoca un motore quattro in linea che richiedeva poca manutenzione e offriva soprattutto affidabilità. Inoltre fu la prima che ebbe una strumentazione con aghi di tachimetro e contagiri privi di oscillazioni.
Nel 1975 invece abbiamo il primo crossover della storia, la Yamaha XT 500, con un motore monocilindrico 4T di grossa cubatura e un avviamento a pedivella mitico perché c’era, per la prima volta, uno spioncino con un segno bianco che segnalava quando il motore era in compressione e quindi si poteva dare il calcio giusto per l’accensione. Una moto che ha scatenato poi la moda delle endurone stradali.
Mentre è del 1978 la Honda CBX 1000, che si distingueva per essere una naked con il motore 6 cilindri in linea ma soprattutto per essere la prima moto a montare una sospensione posteriore con leveraggio progressivo. In pratica con questo sistema, mentre la sospensione si comprime, questa diventa meno rigida e risulta così più confortevole e “sostenuta” nelle compressioni più brusche e nelle curve veloci.
Mitica la Ducati Pantah 500, che aveva il comando della distribuzione a cinghia dentata e un motore a L che è ancora oggi uno dei capisaldi della casa di Borgo Panigale. Parliamo di un sistema desmodromico a 2 valvole comandato mediante cinghie dentate in gomma, al posto delle coppie coniche. Ed è proprio a partire da questo modello che in Ducati nasce una nuova generazione di moto sportive.
Altro modello storico rimane la Kawasaki Z1000, prodotta nel 1980, e che è passata alla storia per essere stata la prima moto di serie.ad adottare l’iniezione elettronica. Una particolarità che i puristi dei carburatori fu difficile da digerire, ma questa permetteva di avere prestazioni più omogenee ma soprattutto emissioni decisamente inferiori rispetto alle moto del passato.
Come dimenticare poi la BMW R80 G/S, la prima di questo tipo da parte della casa tedesca con il forcellone posteriore monobraccio, che rendeva più semplice lo smontaggio della ruota in caso di foratura. Da questa nacque forse la moto più iconica del marchio teutonico, che poi vinse per 4 edizioni di fila la Parigi-Dakar.