Il futuro delle moto è già qui e conta su un carburante inedito. Né benzina, né elettrico.
Da mesi si continua a ripetere che l’elettrico non convince e che buona parte dei motivi per cui l’industria automobilistica è andata in crisi è proprio a causa dello scarso interesse per le zero emissioni, in special modo nell’Europa del sud. Effettivamente molte delle produzioni a batteria sono rimaste invendute, dunque, sempre più aziende stanno studiando il modo per trovare delle alternative a questo genere di alimentazione e alla più inquinante benzina per evitare di naufragare.
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Sebbene nel campo delle moto la situazione sia meno allarmante, anche qui i big del settore si stanno rimboccando le maniche in cerca di nuove fonti di energia per spingere i veicoli a due ruote. Ad oggi, le opportunità non sembrano essere molte, di conseguenza tanti si stanno focalizzando sulla strada che sembra più fattibile sebbene ancora i costi elevati rendano impossibile l’applicazione ai mezzi di serie in giro per le nostre strade.
In Giappone premono l’acceleratore sull’idrogeno, tanti gli investimenti per il sorpasso sull’elettrico
L’alto costo dei veicoli, lo scarso numero di colonnine, la lunga attesa per la ricarica e l’autonomia ridotta stanno compromettendo il commercio degli EV. A ciò va poi sommato lo scetticismo di chi è più suscettibile alle questioni ambientali e si pone l’interrogativo sullo smaltimento degli accumulatori a fine vita. Per tutte queste ragioni, i mezzi a spina stentano a decollare, che si tratti di vetture o di moto.
Negli ultimi mesi, per far fronte ad una situazione preoccupante, in Giappone hanno dato vita ad un consorzio dedicato allo sviluppo della tecnologia ad idrogeno per alimentare tutto ciò che è a motore. L’HySE unisce i principali costruttori nipponici, si va quindi sa Kawasaki a Suzuki, da Yamaha, ad Honda per finire a Toyota che, come noto, è stata l’antesignana dell’ibrido
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Collaborando la speranza è quella di dare vita a nuovi standard per battere la concorrenza cinese, leader dell’elettrico, e fornire al consumatore un’opzione sempre all’insegna dell’assenza di emissioni nocive. E’ importante rimarcare che non parliamo di un volo pindarico, bensì di un programma concreto con tanto di data di scadenza. Entro il 2030, il governo del Tokyo si è posto l’obiettivo di dare vita a ben 800mila veicoli spinti da questa sostanza, due ruote comprese, per un maxi investimento di 98,8 miliardi di dollari, con tanto di bonus per l’acquisto e aiuti per la costruzione dei punti di rifornimento.