La cessione del marchio MV Agusta ora è ufficiale: cambierà l’approccio del marchio all’universo delle due ruote e anche i piani di produzione.
L’insinuarsi è stato attento e a tratti lento, azione dopo azione, anche per capire effettivamente il blasone e di rimando l’impatto di MV Agusta sul mercato internazionale delle due ruote. La cessione del titolo, infatti, è cominciata in realtà un anno fa, in occasione di un’assemblea straordinaria fra i proprietari e gli azionisti insieme agli investitori di quel momento, che ora sono pronti a divenire i proprietari del marchio.
Nell’occasione KTM AG si era presentata con una proposta accettata d’acquisto e quindi ingresso in società con il 25,1% delle azioni nell’ambito di un aumento di capitale. Tuttavia, com’era forse da immaginare, gli austriaci non si sono fermati. Hanno portato oltre le ambizioni. La dimostrazione è arrivata dalle dichiarazioni di Hubert Trunkenpolz, membro del CdA di Pierer Mobility, il quale gestisce il marchio KTM.
È stato lui a svelare indizi fondamentali circa i prossimi passi dell’azienda, con una postilla, dibattendo circa MV Agusta: “Non appena avremo la maggioranza…”. A domanda diretta non si è tirato indietro. Anzi, ha confermato che le azioni “aumenteranno nel tempo. Gli azionisti si sono impegnati a non divulgare il programma”. Per tutti i dettagli pare che bisognerà quindi attendere. Sebbene non manchino alcune chicche.
MV Agusta passa a KTM AG del tutto? Lo svelano dal CdA
Appena qualche settimana fa, infatti, è stato diffuso un ulteriore comunicato, nel quale è descritto che l’opzione concessa a KTM AG sulla base del bilancio al 31 dicembre 2025 sarà esercitata nella primavera dell’anno successivo. Non è stata specificata la percentuale della prossima quota. Dalla Germania, tuttavia, si vocifera che sarà totale, ossia del 100%. Rispetto al valore economico, al momento non è facile stabilirlo. Tuttavia possono avanzarsi alcune considerazioni, partendo dal presupposto che il 25,1% delle azioni fu acquistato ha apportato all’azienda un aumento del capitale da 30 milioni di euro.
Hubert Trunkenpolz ha poi svelato che l’intenzione è quella di investire, per i prossimi due anni, sull’incremento e il miglioramento dello stabilimento MV Agusta di Varese. Nonché far crescere la rete commerciale e basarsi su principi di business sostenibili: “È un gioiello e merita più visibilità, affronteremo la cosa a tempo debito”. D’altronde, durante il 2022 sono state prodotto soltanto 1000 unità e sono decisamente poche per le ambizioni dell’azienda, la quale avrebbe un potenziale da 12.000 esemplari all’anno. Nessun trasferimento fuori dall’Italia: è scongiurato alla pari dell’assenza di piani di licenziamento. MV Agusta resta nel Belpaese, perché altrimenti “sarebbe condannata a morte”.