Lunedì scorso si è svolta la giornata di test programmati da Yamaha sul circuito di Misano. La sessione ha fatto seguito ad una gara – quella di domenica – dominata ben più di quanto non dicano gli 8” di vantaggio sul traguardo: è stato questo, infatti, il divario tra Jorge Lorenzo e Daniel Pedrosa. Importanti le indicazioni offerte dalla sessione di prove, prevalentemente dedicata allo sviluppo della nuova 1.000 (ebbene sì: dal prossimo anno si torna a gareggiare con la cilindrata “piena” in MotoGP).
Anzitutto c’è da dire che i tempi diramati dalla casa e quelli ufficiosi trapelati in mattinata sono molto distanti: nel primo caso si parla di 1’33”7, mentre nel secondo si sussurra di un 1’33”1 che sarebbe stato ben 8 decimi più veloce rispetto al giro veloce della gara vinta da Lorenzo, record della pista di Misano.
Da una parte, Ben Spies ha provato a confermare le sensazioni dei “si dice” (“la pista era più veloce di domenica, siamo andati molto forte e la nuova moto si è dimostrata molto equilibrata”).
Dall’altra il campione del mondo uscente ha cercato di spengere gli entusiasmi focalizzando la propria attenzione sui problemi di configurazione della moto. In un messaggio postato in serata su Twitter, rispondendo a chi gli chiedeva un’impressione rispetto alla sua nuova Yamaha 1.000, Lorenzo rispondeva che ci sono dei problemi in ingresso in frenata mentre è molto entusiasmante spalancare il gas in uscita di curva. Nelle dichiarazioni ufficiali alla stampa, invece, Jorge aveva parlato anche di una fastidiosa impennata in accelerazione.
C’è da dire che il duo di piloti Yamaha Factory Racing non si è risparmiato, nonostante solo il giorno prima avesse disputato alla morte un Gran Premio: Jorge Lorenzo ha coperto la distanza di 74 giri, con il plauso di un Crutchlow che – sempre su Twitter – ha evidenziato come “Sono quasi le 5 e Lorenzo gira ancora a un ottimo ritmo: ecco perché vince”; Ben Spies si è fermato dopo 60 tornate, soddisfatto perché “ci sono tanti particolari da sistemare ma nessun punto debole”.