La MotoGP dal 2027 cambierà pelle per accrescere uno spettacolo che è diventato sin troppo scontato. Ecco cosa accadrà in futuro.
La MotoGP attuale vede protagonista la Ducati e questa è una straordinaria notizia per l’azienda emiliana, ma da quando le Desmosedici hanno cominciato a macinare podi, vittorie e mondiali le altre case costruttrici hanno raccolto solo briciole. Dal 2020 ad oggi, in classifica costruttori, domina la Rossa. Honda e Yamaha stanno investendo pesanti capitali per colmare il gap, ma potrebbe essere tutto inutile.
Tra 3 anni, infatti, i regolamenti dovrebbero cambiare, radicalmente, i connotati alla classe regina. Per ora tutto è avvolto da un velo di segretezza. La Dorna (la società spagnola che gestisce la parte commerciale degli eventi sportivi del Motomondiale), l’IRTA (International Equipment Association) e la MSMA (Sports Motorcycle Manufacturers Association) sono in comunicazione per la creazione di un nuovo spettacolo in pista che possa rendere felici tutte le parti.
Un accordo tra i costruttori è ancora lontano. Motivo della discussione, come riportato dai colleghi di Speedweek, è la cilindra delle moto. I bolidi attuali stanno diventando dei razzi, ma sono anche difficili da vedere azioni di sorpasso ad altissime velocità. Le MotoGP raggiungono i 370 chilometri orari e le parti aerodinamiche hanno reso ancor più estremi i prototipi.
I produttori vorrebbero stabilire un tetto per non stanziare un budget elevatissimo per lo sviluppo dei futuri mezzi. La classe regina, dopo l’addio di leggende come Valentino Rossi, ha avuto un calo di ascolti. Tutti sono d’accordo sul fatto che andranno sviluppate tecnologie in linea con le esigenze moderne.
MotoGP, rivoluzione totale
Si sta parlando del “development freeze”, ovvero un accordo comune tra tutti i produttori per eliminare il processo di sviluppo dei mezzi. Ecco la potenza attuale di questi bolidi. Si tratterebbe di una regola rivoluzionaria che potrebbe portare a consolidare il ciclo Ducati o aprirne un altro. KTM e Aprilia sono, al momento, in scia ma i produttori giapponesi sono in grave difficoltà. Un tema delicatissimo è quello legato alla cilindrata. C’è chi vorrebbe rimanere con moto 1.000 cc e chi spinge per motori da 850 centimetri cubici dal 2027.
Da un lato vi sarebbero Ducati, KTM e Aprilia, pronte al congelamento dello sviluppo dei motori attuali nei prossimi due anni per risparmiare sui costi. Honda e Yamaha, attardate sul piano tecnico, però non vogliono che ciò accada e vorrebbero continuare a lavorare sugli attuali motori 1.000. Andrà trovato un punto d’accordo unanime.