Mettere da parte il dolore per tornare a guardare avanti, come è naturale per ogni motociclista, ma senza dimenticare da dove si arriva. La tragedia di Marco Simoncelli ha portato all’annullamento del MotoGP di Sepang, ridimensionerà nei toni la festa finale in programma il 6 novembre a Valencia e sembra avere già contribuito a dare una fisionomia più “umana” alle relazioni tra piloti e squadre della classe regina, sempre cordiali ma forse ancora un po’ troppo freddi – e del resto sarebbe difficile chiedere di più a ragazzi che devono sempre mantenere la lucidità, anche quando sfrecciano oltre i 300km/h – almeno fino a quando non è arrivato l’incidente fatale a Simoncelli a stravolgere la situazione.
Tra i suoi amici, Mattia Pasini ha deciso di farsi tatuare la scritta “Sic 58”; tra gli organizzatori del MotoGP, invece, si fa strada l’ipotesi di ritirare il numero 58: nessuno, in questo caso, potrà mai più portare il talismano di Marco Simoncelli stampato sulla carena; i tifosi vorrebbero invece vedere Valentino Rossi guidare la Honda del giovane amico per portarla alla vittoria, omaggiando così il “Sic” e contemporaneamente cogliendo un trionfo che da quando Rossi ha scelto di accasarsi in Ducati non è mai stato neppure alla portata.
C’è anche un po’ di sogno, c’è fantascienza in queste ipotesi. Più credibile, invece, che il circuito di Misano possa onorare la memoria di Marco Simoncelli dedicandogli una curva, se non addirittura l’intero autodromo. A rivelarlo è stato il direttore del “Santa Monica”, Umberto Trevi, il quale non ha esitato un attimo dinanzi alla richiesta di aprire i cancelli per dare la possibilità i tifosi di Simoncelli di assistere ai funerali su maxischermo (e sono stati un migliaio ad usufruirne).
“Non voglio vendere illusioni, ma queste richieste non possono certo essere lasciate inascoltate: Marco abitava qui vicino, era un nostro ragazzo, e troveremo il modo per rendergli il giusto omaggio sul nostro circuito di Misano”.