Jorge Martin è stato un grande protagonista della stagione MotoGp appena conclusa ed ha ammesso quanto tutti già sospettavano.
Non si può certo dire che la prima stagione di MotoGp con le Sprint Race sia stata un fallimento. Non solo il nuovo format ha appassionato i telespettatori, regalando il doppio delle gare e delle emozioni in pista, ma ha anche permesso al campionato di rimanere aperto fino al GP finale di Valencia.
Certo se Pecco non fosse incappato nel malfunzionamento delle Michelin a Barcellona e non avesse rischiato la vita, probabilmente il campionato si sarebbe chiuso in ogni caso con qualche gara d’anticipo, tuttavia anche l’incidente in questione sarebbe stato meno influente nel mondiale se ci fossero state solo gare lunge e molti meno punti a disposizione.
Chi ha colto le potenzialità delle Sprint al massimo e si è trovato meglio con il nuovo format è stato sicuramente Jorge Martin, pilota esplosivo e dotato di una velocità da primo della classe ma ancora acerbo nella gestione e nella pianificazione delle strategia di gara.
L’iberico ha vinto 9 delle 22 sprint in programma ed è stato costantemente tra i primi il sabato. Il pilota torinese quest’anno aveva più capacità di gestione e più esperienza e questo gli ha consentito di tenere botta, altrimenti Martin sarebbe stato in grado di ripetere l’impresa fatta proprio da Bagnaia l’anno prima.
Jorge Martin lo ammette: ha provato davvero a farlo
Già prima dell’appuntamento finale a Valencia, Martin aveva chiarito che non si sentiva sconfitto in ogni caso. Il pilota spagnolo ha ragione a vederla così, perché fino all’anno scorso non aveva trovato confidenza con la Ducati e rischiava di essere un eterno incompiuto. Quest’anno invece ha trovato la quadra ed è stato ad un passo dal vincere il mondiale più prestigioso.
I risultati hanno chiaramente indicato che è insieme a Bagnaia il pilota più forte del mondiale, motivo per cui ritiene di meritare un posto nel team factory proprio accanto al due volte campione del mondo in carica. Lo spagnolo lo ha ammesso candidamente in una recente intervista in cui ha svelato che per i test post mondiale aveva portato due tute nere nel caso in cui lo avessero promosso al team ufficiale.
Non solo, Martin ha proprio fatto pressione a Ducati: “Volevo passare al team factory e ho fatto pressioni sul mio manager per avere questa occasione. Non credo cambi nulla il fatto di aver vinto o meno il mondiale. Se Pecco fosse caduto a Valencia e io avessi vinto, allora sarei andato nel team ufficiale? Che senso ha? Mi disturba che quel che faccio non sia mai abbastanza, cosa devo fare per dimostrare di più?“.
A suo avviso quanto dimostrato in pista era sufficiente per meritarsi la “Promozione” e questo senza nulla togliere a Bastianini, autore di una stagione incolore ma per sfortuna: “Capisco che Enea abbia avuto un’annata negativa, ma ha corso 14 o 15 GP e ne ha vinto 1 perché aveva la pressione della gomma anteriore a 1.2. Così avrei vinto anche io”.
Va ricordato, per una questione di precisione, che il passare al team Lenovo è per lui solo una questione di prestigio, visto che Ducati ha più volte ribadito che le moto del team Pramac sono in tutto e per tutto identiche a quelle del team Factory, il che le rende ugualmente ufficiali. Martin, Bagnaia, Bastianini e Morbidelli partiranno il prossimo anno con lo stesso pacchetto.