Sono bastati i primi cinque appuntamenti stagionali della MotoGP per mandare in crisi profonda in grande campione: soluzione lontana
Somiglia tanto alla maledizione dei numeri primi. Perché solo Marc Marquez nella storia recente della MotoGP è riuscito a bissare il titolo l’anno successivo e in tutto ne ha portato a casa sei. Chi invece ha vinto dopo di lui, anche se per motivi diversi, non ce l’ha fatta.
Lo scorso anno Fabio Quartararo difendeva il Mondiale, per tre quarti della stagione è stato anche in testa ma alla fine la sua Yamaha M1 non ha retto il peso della rimonta di Pecco Bagnaia. Il chivassese invece quest’anno pur avendo dimostrato di poter essere superiore alla concorrenza sta incappando in troppo errori.
E poi c’è Joan Mir che nel 2020 aveva riportato un Mondiale in casa Suzuki. Certo, aveva approfittato di una stagione ridotta a causa della pandemia e anche dell’assenza prolungata di Marquez. Una vittoria comunque meritata, la sua. Solo che da allora è entrato in un tunnel di crisi profonda che continua anche dopo il passaggio in Honda.
La verità è che anche lui paga la poca competitività della HRC. Fino ad ora in stagione c’è stata la pole di Marc Marquez in Portogallo al debutto, il suo podio nella Sprint e la vittoria (con podio il giorno prima) di Alex Rins ad Austin. Troppo poco per un marchio che ha dominati negli ultimi 25 anni del Motomondiale.
MotoGP, la crisi del pilota prosegue
Se anche Marc Marquez fa fatica a tirare fuori buoni risultati con la sua Honda, perché non dovrebbe essere così per Joan Mir che è appena arrivato? In più per lui però c’è anche il problema delle cadute, undici in cinque gare. Davvero troppe per un pilota che stenta a ritrovarsi e per una squadra che in passato è stata abituato a due leader come Marc e Dani Pedrosa.
A Le Mans comunque sulla RC213V ha debuttato ufficialmente il nuovo telaio sviluppato da Kalex che ha dato buoni riscontri ma non è ancora in grado di fare la differenza. E ora ci saranno meno di tre settimane per pensare al GP d’Italia al Mugello, primo capitolo di un trittico che trasformerà giugno in un mese caldissimo.
In effetti per Mir la musica anche in Francia non è cambiata: quattordicesimo nella Sprint, quindi lontano dalla zona punti e caduta nel Gran Premio di domenica durante i primi giri. Lo spagnolo ha ammesso il suo errore pur ribadendo che qualcosa di meglio si è visto. Quello che ancora gli manca è essere costante sul passo e trovare una Qualifica migliore.
Ma ha anche spiegato che non deve farsi prendere dall’ansia: “In questo momento la cosa più intelligente è rimanere calmi, allenarsi a fondo e tornare più forti per le prossime tre gare”. Però ha anche chiesto alla squadra di aiutarlo a capire perché non riesce ad essere costante. I suoi tifosi tornano a sperare.