MotoGP, cambia tutto nel prossimo Mondiale: lo spettacolo è assicurato ma c’è chi non gradisce. A Portimao nella prima gara capiremo meglio
Il Motomondiale è pronto per entrare in una nuova era e succederà subito. Perché la pandemia e i ritiri di alcuni campioni, su tutti prima Jorge Lorenzo e poi soprattutto Valentino Rossi sono stati un vero tsunami per la MotoGP che è corsa ai ripari.
Perdita di pubblico, sia in tv che sulle tribune. Perdita anche di interesse per gli sponsor e così Dorna è passata all’attacco imitando la Formula 1 e andando anche oltre. La MotoGP fin dal primo appuntamento di Portimao il 26 marzo raddoppierà con due gare. Al sabato la Sprint, nome scelto per differenziarla dalle 4 ruote e per dare la giusta importanza al Gran Premio. Alla domenica la gara vera e propria.
La Sprint durerà la metà dei giri classici del Gran Premio e assegnerà anche la metà dei punti: 12 al 1°, 9 al 2°, 7 al 3°, 6 al 4°, 5 al 5°, 4 al 6°, 3 al 7°, 2 all’8°, 1 al 9°. Avrà un suo podio, il punteggio andrà a sommarsi al quello della gara vera e propria ma in realtà solo chi vincerà la domenica sarà iscritto nell’Albo d’Oro.
Tutto questo però cosa cambia per piloti e team? Solo in MotoGP il programma del fine settimana sarà diverso e più concentrato: venerdì mattina prove libere 1, venerdì pomeriggio prove libere 2. Poi sabato mattina prove libere 3, ma anche le qualifiche con Q1 e Q2, mentre al sabato pomeriggio toccherà alla Sprint. Domenica mattina warm up e nel pomeriggio solitamente alle 14 italiane la gara.
MotoGP, cambia tutto nel prossimo Mondiale: in casa Ducati sono a favore
Una rivoluzione che Carmelo Ezpeleta, a capo della Dorna che organizza il Motomndiale, ha giustificato con la voglia di offrire ancora più spettacolo. Il pubblico potrà seguire una gara in più e così il sabato sarà una giornata piena, anche per le televisioni.
Ma team e piloti cosa dicono? Per ora, in attesa di toccare con mano cosa succederà in Portogallo sono divisi. Assolutamente a favore è Davide Tardozzi, team manager della Ducati, intervistato da speedweek.com: “Abbiamo fatto molte simulazioni per capire meglio come gestire al meglio una gara sprint. Il lavoro ai box cambierà, non ci sono dubbi, ma abbiamo già valutato i dati e i programmi necessarii”.
Tardozzi, che è stato ottimo pilota soprattutto in Superbike, ha ricordato che quando era giovane tutto quello che aspettava era la corsa ed è comnvinto che sia così anche per i piloti di oggi. Anche lui però non è convinto del numero di Sprint, perché 21, come le gare del Motomondiale, sono troppe e le ridurrebbe della metà.
Pecco Bagnaia, che sarà al via con il numero 1 da campione del mondo, alla presentazione del Team Ducati ha espresso la sua curiosità per la novità. E a favore c’è anche il suo ex compagno di squadra, Jack Miller: “È comunque un’altra possibilità per portare a casa punti! Ma no, perché non provarlo. I mezzi punti ti fanno venire voglia di rischiare di più immagino e non devi preoccuparti delle gomme, del carburante o cose del genere”. Come loro la pensano in ordine sparso Joan Mir, passato alla Honda HRC, e Johann Zarco.
Quartararo ed Espargarò sparano a zero: i rischi sono troppi e non ripagano abbastanza
Ma non mancano le critiche, anche dei big. Come quelle di Fabio Quartararo che fin dall’inizio ha detto di essere contrario e anche adesso non ha cambiato idea, perché due gare significano doppio rischio di incidenti in sole 24 ore.
“Certamente faccio quello che mi dicono di fare. E va comunque bene che le qualifiche determineranno ancora la posizione in cui inizierai la vera gara domenica. Ma l’energia che metti a fare la FP4 o una gara di 13-14 giri non è la stessa”.
Contrario anche Aleix Espargaro, prima guida dell’Aprilia. Secondo lui 42 partenze, 42 prime curve, 42 possibilità di duelli in pista in pochi mesi sono troppi. Però come faranno tutti i colleghi si adatterà e proverà a dare il meglio sempre.