Dopo il test di Portimao i piloti della classe MotoGP sollevano un vecchio problema riguardante la sicurezza delle vie di fuga.
La preseason del campionato del mondo di MotoGP 2023 si è conclusa dopo i due giorni di test a Portimao, adesso inizia il conto alla rovescia verso l’inizio del Motomondiale. Con l’inizio della nuova stagione si rispolverano anche vecchie questioni di sicurezza, sollevate dopo la caduta tra la curva 7 e la curva 8 di Fabio Di Giannantonio nella giornata di sabato. Il pilota del team Gresini Racing nel day-1 del test di Portimao ha riportato un incidente apparentemente di routine, ma è stato necessario andare al vicino ospedale per una tac.
‘Diggia’ si è procurato un lieve trauma cranico che ha costretto i medici a considerarlo ‘unfit’ per la seconda e ultima giornata di test Irta in Portogallo. “È stata una scivolata normalissima, anche se ad alta velocità“, ha spiegato il pilota di origine capitolina ai microfoni di Sky Sport MotoGP. “Ho battuto la testa nella ghiaia, che qui è come un muro, e mi sono spento un attimo: mi hanno spiegato che ci ho messo un po’ ad alzarmi, anche se non ricordo“.
Di Giannantonio solleva il problema della ghiaia
Non è la prima volta che un pilota rivolge critiche alle vie di fuga del circuito di Portimao. I letti di ghiaia sono costituiti da pietre di medie dimensioni che fanno tutt’altro che attutire le cadute dei motociclisti. L’anno scorso anche Pecco Bagnaia sollevò il problema e se n’è fatto un gran parlare durante le riunioni in Safety Commission. Finora gli organizzatori del GP del Portogallo hanno apportato dei cambiamenti solo alla curva 1, ma altrove la situazione non è cambiata. Basta vedere le immagini del casco di Fabio Di Giannantonio per capire quanto sia preoccupante la situazione.
In conferenza stampa l’alfiere del Gresini Racing Team ha raccontato il momento della caduta: “Se voli su una pietra in quel modo, è più doloroso che colpire l’asfalto. Stavo scivolando mentre ero sdraiato sull’asfalto, ma non appena ho raggiunto la ghiaia è stata come un’esplosione“. La squadra satellite diretta da Nadia Padovani ha presentato un reclamo, Di Giannantonio ha accettato la decisione dei medici di tenerlo a riposo, ma non nasconde una certa rabbia: “Devono esserci regole più severe anche per i tappeti di ghiaia. Esistono, ma a quanto pare non bastano. Perché è come sbattere contro un muro“.
Anche Aleix Espargaro, solitamente sensibile alle tematiche sicurezza, ha fatto eco alla protesta del collega. “Ne parliamo da quattro anni e nessuno ci ascolta. Lo abbiamo già detto molte volte. Ieri Maverick e Diggia hanno avuto problemi con i sassi. L’abbiamo già detto molte volte. Anche a Jerez lo abbiamo detto mille volte prima che qualcosa cambiasse“. Stavolta i responsabili della pista portoghese dovranno accogliere le istanze sempre più pressanti.