La MotoGP 2012 non ha ancora fatto il suo debutto ufficiale e già cominciano ad arrivare le prime indiscrezioni su quello che potrebbe diventare il motomondiale a partire dal 2013 se le idee di Carmelo Ezpeleta per ridurre ulteriormente i costi del circus dovessero effettivamente realizzarsi (il che non è scontato ma neppure impossibile, visto che l’iberico ha più volte dimostrato di essere un manager piuttosto deciso). Il CEO di Dorna Sports vorrebbe infatti limitare ad una le motociclette a disposizione dei piloti (come attualmente accade nella Formula 1 con le monoposto) e di limitare ad un massimo di un milione di euro il leasing che i team privati dovranno pagare ai costruttori per poter avere le moto da competizione.
Sembra inoltre che le CRT resteranno una realtà anche delle prossime stagioni, nonostante le proteste di alcune case come Ducati (ai ferri corti con Aprilia, accusata di aver eluso il regolamento MotoGP costruendo una moto CRT poi venduta ad un privato) e Honda, che, per bocca di Shuhei Nakamoto (vice presidente di Honda HRC), ha detto di non essere per nulla interessata a questa nuova realtà: Ezpeleta ha naturalmente rispedito le critiche al mittente ed anzi auspicato che Kawasaki, Suzuki e BMW seguano l’esempio della casa noalese per riuscire a costruire una griglia di partenza che abbia almeno ventidue moto (per il 2012 sono previsti ventuno partenti contro i diciassette della scorsa stagione).
La faccenda è insomma una questione molto politica che somiglia sempre di più allo scontro tra Bernie Ecclestone e le case automobilistiche: tutto questo non ha evidentemente nulla a che fare con gli aspetti sportivi ed agonistici del motociclismo, che, sempre più “pompato” dai media, rischia davvero di diventare solo un mero business o al massimo uno show, cose che di certo non piacerebbero a chi in moto va davvero e ama ancora il lato sportivo delle competizioni motoristiche ed il fascino anche di corse che trovano poco spazio su giornali e TV come ad esempio il Tourist Trophy.