Se è vero che Valentino Rossi non ha mai avuto un momento così basso come quello da cui è reduce oggi, in questa stagione, è vero anche che a Motegi e Phillip Island sarebbe stato importante, per lui, riuscire a girare di più, perché l’impressione in entrambe le occasioni è stata quella di una moto ormai sulla strada buona per uscire dal tunnel della scarsa competitività in cui è entrata a inizio campionato.
Così non è stato, sono arrivati due “zero” cosecutivi, e chi segue il MotoGP sa bene il perché: la prima volta – a Motegi – una caduta in prossimità della terza curva, dovuta anche all’eccessivo traffico della bagarre in mezzo al gruppo (è rimasto nella morsa degli Yamaha Lorenzo e Spies); a Phillip Island è stata invece la voglia di strafare a punire un pilota che pure dall’alto dei suoi 32 anni e 9 titoli mondiali vinti dovrebbe essere il più esperto: lo è, ma al termine di una stagione così frustrante è anche fisiologico cercare di riscattarsi non appena si avverte di avere le potenzialità per farlo…
Arriva ora il MotoGP di Malesia, sul circuito di Sepang: un tracciato che Valentino Rossi ama (la Ducati un po’ meno, ma tant’è) per averci vinto sei volte in carriera, più tre podi giusto per non perdere il vizio.
“Il circuito di Sepang mi piace molto anche se le condizioni sono sempre estreme dal punto di vista meteo. Potremo verificare come ci troveremo rispetto ai test che abbiamo fatto l’inverno scorso: a Sepang avevamo provato molti giorni e sarà interessante comparare le sensazioni rispetto ad allora”.
Meno entusiasmante il ruolino di marcia di Nicky Hayden: anche quando è stato campione del mondo, l’americano non è riuscito ad andare oltre il quarto posto anche se la buona forma evidenziata nelle ultime tappe potrebbe condurlo ad un gradito exploit:
Il layout della pista è un mix di tutto quindi richiede una moto nel complesso equilibrata.
Siamo sicuri che questa Desmosedici possa già dirsi tale?